E’ arrivato nelle prime ore del mattino nell’azienda agricola di Carlo Ciucci a Roccafluvione in provincia di Ascoli Piceno il camion con 150 quintali di fieno partito ieri da Modena per essere consegnato agli allevatori colpiti dal terremoto e garantire l’alimentazione degli animali.

All’operazione “Dona un ballone di fieno” – ricorda Coldiretti Modena – hanno partecipato numerose aziende agricole modenesi che hanno generosamente messo a disposizione il prodotto e lo hanno donato ai colleghi delle zone terremotate del Centro Italia che dal mese di agosto stanno soffrendo le terribili conseguenze di terremoto e neve.

Ad accogliere la delegazione di agricoltori modenesi, il direttore di Coldiretti Ascoli, Alessandro Visotti, oltre agli allevatori locali.

“Per averlo vissuto direttamente qui a Modena – commenta Paolo Cavazzuti, allevatore e vicepresidente di Coldiretti Modena che ha coordinato l’iniziativa per la nostra provincia – sappiamo bene cosa significhi un terremoto con il suo strascico di sconforto, paura e incertezza. Per questo non potevamo che aderire con convinzione a questo progetto, nella speranza che possa portare aiuto concreto e speranza ai nostri colleghi agricoltori che stanno vivendo giorni di difficoltà.”

Il ringraziamento – sottolinea Coldiretti Modena – va a tutte quelle aziende agricole (Paolo Cavazzuti, Benedetti Marco, Benedetti Emilio, Armando Ranieri, Giovanni Vaccari, Mario Bottura, Davide Setti) che fin dall’inizio hanno espresso il desiderio di rendersi utili e grazie alle quali è stato possibile aggiungere un tassello alla grande azione di solidarietà messa in campo fin dalla prime ore da Coldiretti.

Nelle aree del terremoto – ricorda Coldiretti Modena – ai danni materiali si somma una vera strage con ben più di mille animali morti, feriti e abortiti per l’effetto congiunto delle scosse, della neve e del gelo che hanno fatto crollare le stalle con la perdita di animali tra le macerie e provocato stress da freddo e paura con diffusi casi di aborto. Tremila le stalle e le aziende agricole che si trovano nelle aree colpite dal sisma  – informa Coldiretti – dove appena il 12% delle strutture di protezione degli animali sono state completate fino ad ora. Gli allevatori non sanno dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse. Solo nelle Marche – denuncia la Coldiretti – si contano seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari ma la situazione è molto difficile anche in Abruzzo dove sale il bilancio dei danni man mano che vengono superate le situazioni di isolamento delle aziende.