Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Life Plus Ambiente (LIFE11 ENV/IT/000156), il pro-getto ReQpro interessa la provincia di Reggio Emilia. Obiettivo di ReQpro è stato quello di contribuire alla protezione della risorsa acqua, attraverso un efficiente recupero e riutilizzo ai fini irrigui delle acque reflue, in parziale sostituzione delle acque superficiali e di falda. Tale traguardo è stato raggiunto sviluppando uno specifico modello di recupero e riuso per irrigare colture agrarie di pregio.

Le attività di progetto sono condotte presso il depuratore urbano gestito da IRETI, ( azienda multiservizi partner in ReQpro operante nell’area agricola a valle del depuratore) le acque sono state distribuite e gestite per l’uso irriguo dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. Acque che proprio ai fini irrigui non hanno rappresentato un modesto contributo aggiuntivo, ma un vero e proprio “serbatoio” strategico di risorsa utilissimo in periodi siccitosi come si sono dimostrati quelli vissuti negli ultimi anni. Il quantitativo di risorsa recuperata e distribuita dal Consorzio grazie a questa azione virtuosa che oscilla tra i 3,5 milioni e i 5milioni di mc, una quantità di acqua paragonabile a quello di una diga di medio-grandi dimensioni.

 

Fase operativa:

L’impianto è entrato in funzione nella primavera 2016.

In fase di avvio sono state svolte da IRETI (società che gestisce l’impianto di trattamento) le analisi delle acque reflue trattate, per stabilirne l’idoneità all’uso irriguo secondo certificati parametri di conformità alla legge.

Completato questo passaggio doveroso e obbligatorio, a partire dalla metà di Aprile 2016 è iniziata l’immissione delle acque nella rete irrigua.

L’immissione dell’acqua reflua trattata e, di conseguenza, il suo riuso irriguo, è stato regolato dall’Accordo di programma, siglato da: Regione Emilia-Romagna, Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti, IREN Acqua Gas S.p.A. (ora IRET) e Consorzio di Bonifica dell’Emilia.

 

Obiettivi:

L’Accordo ha definito i valori-soglia che le acque affinate dovevano rispettare per poter essere immesse nella rete ai fini irrigui e ha regolato le modalità del monitoraggio delle acque e di gestione delle eventuali non conformità.

Il riuso ai fini irrigui delle acque reflue ha contribuito ad aumentare la disponibilità di acqua per l’irrigazione, contenendo la necessità di prelevare per questo fine acque di falda di elevata qualità e diminuendo i costi energetici per il sollevamento delle acque di superficie.

Si è favorito la destinazione ai fini produttivi di una risorsa altrimenti destinata allo scarico in acque di superficie.

 

Uso in campo delle acque trattate e monitoraggio del trattamento terziario

Gli obiettivi del progetto sono stati  raggiunti attraverso il monitoraggio puntuale sia dell’impianto di trattamento terziario sia dell’uso in campo delle acque recuperate.

In particolare, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale ha prodotto nel corso della stagione irrigua 2016  una serie di analisi integrative  sulle acque in uscita del depuratore, incrementando i normali autocontrolli, è hanno riguardato 3 punti localizzati  nei canali Pistarina e Argine con una cadenza mensile, al fine di garantire l’idoneità per il riutilizzo delle acque reflue ai fini irrigui, in conformità alle normative nazionali e regionali in materia.

É stato pertanto organizzato un sistema di gestione e tracciabilità delle acque reflue depurate all’interno del bacino di utenza, al fine di ottimizzare l’uso irriguo e di conoscere in tempo reale le aziende, appezzamenti e le colture che utilizzano le acque depurate, informandone gli utenti.

Allo stesso modo sono stati verificati gli effetti ambientali e agronomici dovuti al riutilizzo irriguo delle acque reflue su un ampio spettro di colture, foraggere e non, presenti nel bacino di distribuzione delle acque;

Infine il progetto ha previsto  una dettagliata valutazione economica dei costi che il trattamento terziario e il riuso irriguo comportano, includendo nella valutazione anche i benefici ambientali e le problematiche relativa alla “accettabilità sociale” che una innovazione di questo tipo necessariamente comporta.

L’impianto a pieno regime ha trattato circa 40mila m3 di acqua al giorno, pari a una quantità variabile che oscilla tra 3,5 e 5 milioni di m3 prodotti nel corso dei 120 giorni nei quali si articola generalmente la stagione irrigua, in grado di soddisfare potenzialmente tutti gli ettari irrigabili nel bacino considerato.

 

Il bacino di utilizzazione delle acque recuperate

L’area potenzialmente interessata all’immissione delle acque depurate è situata nella pianura a nord del depuratore di Reggio Emilia, ha una superficie di circa 2mila ha e più di 80 km di canali.

Le colture irrigue prevalenti sono i rinnovi estivi (mais, sorgo e pomodoro), le foraggere poliennali (medicaio e prato stabile), vigneti e alcune orticole (melone e cocomero).

Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale aveva proceduto già nel 2013, primo anno del progetto, alla definizione del bacino di utenza: delineando l’area, le aziende, le superfici, le colture e descrivendo il reticolo di canali.

Le dieci aziende interessate hanno messo a disposizione gli appezzamenti, 15-20 complessivamente per ogni anno, sui quali sono stati effettuati nel corso del 2016  i monitoraggi ambientali e agronomici.

Le colture irrigate e controllate sono state  mais, pomodoro, prato stabile, erba medica, barbabietola, melone e anguria, irrigate con tecniche a diversa efficienza dell’acqua utilizzata, come lo scorrimento, l’aspersione e l’irrigazione a goccia.