Dopo le macchine, i bus e i camion senza pilota, anche gli aerei a guida autonoma potrebbero diventare familiari entro il 2025. Lo dice un report di Ubs. La banca svizzera calcola un risparmio di 35 miliardi annuali per il settore e un taglio dell’11% sul prezzo finale del biglietto senza contare, dice, che i velivoli sarebbero più sicuri. C’è un piccolo particolare: solo il 17% delle persone intervistate sarebbe disposta a salirci su.

Ce ne ha parlato  Tiziano Motti, l’eurodeputato al parlamento europeo della settima legislatura.La ricerca è stata condotta su 8mila persone in tutto il mondo. La fascia di età più giovane, quella dai 18 ai 34 anni, si è dimostrata più ricettiva all’idea; gli intervistati in paesi come Germania e Francia sono meno disponibili, mentre gli intervistati negli Stati Uniti sono più aperti all’idea. Ci sono già esperimenti nel settore, come quello finanziato dall’agenzia governativa Usa Darpa e l’Oregon State University che punta sulla tecnologia a guida autonoma e il servizio di taxi dei cieli, attraverso dei grandi droni, che entro l’anno sarà avviato a Dubai.

Gli analisti di Ubs si aspettano che il pubblico si sforzi di familiarizzare con l’idea entro il 2025, per poi arrivare alla graduale sostituzione dei piloti in cabina. In ballo, spiega Ubs, ci sono miliardi di dollari per l’industria del settore che si prepara ad affrontare una carenza di piloti: entro il 2035 ne saranno necessari 600mila.