Dal 3 agosto entra in vigore la riforma del codice penale che prevede fra l’altro l’estinzione dei reati procedibili a querela soggetta a remissione, come per esempio: le percosse, la violazione di domicilio , il furto ed anche le forme “meno gravi” di stalking. Reati che si possono estinguere – se la persona offesa non è minorenne o disabile – attraverso particolari “condotte riparatorie” (il versamento di una somma che il giudice dovrà ritenere congrua) dei vari e tanti molestatori sessuali, anche senza il consenso della vittima.

“Siamo decisamente contrari a questo provvedimento. Lanciammo l’allarme più di un mese fa e chiedemmo a governo e parlamento di porre correttivi. Prendiamo atto che non c’è stata volontà politica di evitare il peggio e così ci ritroviamo oggi a discutere di una misura penale ridicola, offensiva per le donne ed anche pericolosa per la società. La percezione è  che stia passando il messaggio che molestare e importunare le donne è pur sempre possibile, a patto di pagare una ridicola multa”: è il commento di Tullia Bevilacqua, segretario generale regionale del sindacato Ugl Emilia-Romagna, fra i primi a mettere in guardia il legislatore dall’apportare modifiche al codice così “impattanti”.

All’atto pratico, entrata in vigore a inizio agosto la nuova norma, è facile attendersi già a settembre con la ripresa dei processi l’approdo in aula di tribunale di casi di stalking che non verranno puniti se l’autore del reato accoglierà la proposta di pagare una semplice multa, un risarcimento in denaro.

“Ma non c’è risarcimento economico che tenga al danno fisico e psicologico che i molestatori e i violentatori infliggono alle donne ogni giorno”: insiste Tullia Bevilacqua, che ricorda gli ultimissimi casi di femminicidio o aggressione di donne da parte di ex compagni o fidanzati respinti.

“Reati contro le donne in constante aumento da anni anche nella nostra regione – ricorda il segretario regionale dell’ Ugl Emilia-Romagna, – . Reati che coinvolgono centinaia di donne. Tocca al legislatore ed al governo porre rimedio. I fondi che il governo e il Dipartimento per le Pari Opportunità hanno erogato per i centri antiviolenza (10 milioni di euro) sono inadeguati (s’è calcolato che i danni diretti ed indiretti della violenza contro le donne ammontino in realtà a 17 miliardi di euro). In Italia ci sono 400 centri antiviolenza, ne servirebbero almeno 5.000. Servono leggi più efficaci e incisive, bisogna inasprire le pene per i reati più odiosi come le molestie, lo stalking e il femminicidio.

Dobbiamo dire ‘basta’ a questo triste copione: le donne denunciano, le forze dell’ordine intervengono e poi i giudici applicano la legge. Con la provocazione finale che l’autore del reato, adesso, riuscirà a cavarsela con una semplice multa” – conclude il segretario generale regionale del sindacato Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.