Non ha restituito il ciclomotore che aveva ottenuto in prestito e per questo è stato prelevato dalla sua abitazione, caricato in macchina e malmenato dal proprietario e un suo cugino che hanno organizzato la spedizione punitiva in stile “bravi”. Regolati i conti i due cugini hanno poi intimato alla vittima di consegnargli 500 euro altrimenti l’avrebbero condotto in campagna pestato e abbandonato. Intimidito e caduto in una totale condizione di assoggettamento psicologico la vittima, un 20enne operaio di Gattatico, ha consegnato ai due cugini 230 euro promettendo di consegnare successivamente la somma mancante.

Il ragazzo non si è rivolto ai carabinieri del suo paese temendo per la sua incolumità essendo al riguardo stato minacciato dai due cugini di non parlare dell’accaduto e di non sporgere denuncia. Tuttavia il maresciallo comandante la stazione di Gattatico, appreso in paese dell’aggressione subita da un ragazzo, svolgeva autonome indagini risalendo alla vittima. Rassicurato dai carabinieri il giovane, che peraltro nonostante i vistosi traumi al volto non è ricorso alle cure mediche per paura di ritorsioni, ha trovato la forza di raccontare il pestaggio subito delineandone i motivi e precisando della richiesta estorsiva nata proprio a margine del pestaggio. I carabinieri raccolta la deposizione del giovane, che conosceva solo uno dei due ragazzi che l’avevano picchiato, avviavano le indagini e grazie anche a importanti testimonianze, che peraltro confermavano la ricostruzione fornita dalla vittima, oltre all’aggressore noto al ragazzo pestato risalivano al complice identificato in un suo cugino abitante in Montecchio Emilia. Alla luce di quanto accertato i carabinieri della stazione di Gattatico con l’accusa di concorso in lesioni personali ed estorsione denunciavano alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia il conoscente della vittima identificato in un 24enne operaio di Campegine e suo cugino identificato in un 20enne operaio di Montecchio Emilia.