Trainata dai progressi compiuti nel Digitale, Reggio Emilia raggiunge quest’anno l’11° posto nella classifica nazionale (106 città capoluogo) del Rapporto annuale Icity Rate 2017 realizzato da Forum PA per fotografare la situazione delle città italiane nel percorso verso città più smart, più intelligenti, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili e più vicine ai target globali di sviluppo sostenibile.

“La condivisione di un Piano strategico sull’Innovazione, la sottoscrizione e la messa in pratica del Protocollo digitale con 35 enti della città, i nuovi servizi digitali, i 41 chilometri di nuova fibra ottica pubblica, i progetti sugli Open data, i processi di alfabetizzazione digitale come Genitori Connessi e la condivisione delle buone pratiche con la comunità degli innovatori: tutti questi progetti – afferma l’assessore ad Agenda digitale e Partecipazione, Valeria Montanari – hanno contribuito a mettere in moto a Reggio Emilia un processo virtuoso. Con esso si intende favorire la cultura digitale e la consapevolezza nei cittadini dell’importanza di un tema che non è più solo innovazione, ma vita quotidiana. “Il Comune di Reggio Emilia – conclude Montanari – insieme agli altri soggetti dell’innovazione in città continuerà ad investire e a credere nei processi digitali ritenendoli opportunità e diritti per i cittadini”.

Per realizzare il Rapporto, presentato oggi a Milano, Fpa individua e analizza diverse dimensioni urbane e, per ognuna di queste, un certo numero di variabili e di indicatori. I valori ottenuti dall’esame delle variabili/indicatori sulla base delle fonti esistenti, vengono poi trasformati e aggregati in un unico valore di sintesi che consente di stilare un indice finale (ICity index).

La classifica premia con Reggio Emilia, altre quattro città dell’Emilia-Romagna: Bologna, che guadagna posizioni raggiungendo il secondo posto nazionale, a soli due punti da Milano, poi Ravenna, Parma e Modena.

Per le città emiliano-romagnole, si legge nel Rapporto, “sostenibilità, inclusione e innovazione sono parole di casa. Ottimo loro posizionamento. Un risultato che, nel complesso, racconta un approccio – condiviso a livello regionale – che ha scommesso oramai da tempo su una crescita sostenibile e inclusiva, portata avanti in una logica di condivisione e di collaborazione multi-stakeholders reale e sempre più solida”.

 

ECCELLENZE REGGIANE – La ricerca considera 15 ‘dimensioni di sostenibilità’ – Povertà (ovvero lotta alla povertà), Governance e partecipazione, Legalità, Suolo e territorio, Verde urbano, Rifiuti, Mobilità sostenibile, Trasformazione digitale, Ricerca e innovazione, Cultura e turismo, Occupazione, Crescita economica, Energia, Acqua e aria, Istruzione – e pone i livelli raggiunti dalle città in rapporto agli obiettivi di sostenibilità globale dell’Agenda 2030.

Negli ambiti di analisi considerati, pur scontando la negatività di un basso numero di laureati, Reggio Emilia si colloca nella prima parte delle classifiche tematiche sempre al di sopra del 50° posto, e il più delle volte tra le prime 15 città.

Reggio risulta infatti alla 9^ posizione nel rating sulla Trasformazione digitale, che misura lo stato di attuazione dell’Agenda digitale, il potenziamento e la diffusione delle reti intelligenti, le garanzie di accesso a dati e informazioni, servizi open data messi a punto dai Comuni e strategie di comunicazione sui social network delle Amministrazioni locali. Si tratta di un ambito solitamente tipico delle città metropolitane, più che delle città medie, ma Reggio Emilia fa appunto eccezione.

Ancora 9^ posizione per Reggio Emilia per quanto riguarda Suolo e territorio, ovvero la capacità di mitigare il rischio che l’impermeabilizzazione del suolo determina nei centri urbani, per ridurre la vulnerabilità del suolo e il potenziale negativo che ne deriva.

Reggio Emilia al 10° posto per Energia, ovvero Efficienza energetica e rinnovabilità delle fonti; all’11° posto per Crescita economica.

Inoltre, 12° posto per Governance e partecipazione: il governo della smart city e i processi di gestione del cambiamento delle città si agganciano ai processi gestionali interni alla Pubblica amministrazione locale, alla capacità di avviare percorsi di progettazione innovativi per lo sviluppo urbano, alla attenzione green negli acquisti dell’ente, fino a due dimensioni nuove rilevate da Fpa in occasione del rating 2017: il ricorso da parte dell’amministrazione comunale di strumenti di partecipazione e gestione beni comuni e la presenza di iniziative di innovazione sociale.

Positiva l’efficacia del sostegno sociale e del contrasto alla Povertà (13° posto), indice che valuta l’incidenza fra l’altro il disagio abitativo e la sofferenza economica delle famiglie, la qualità di alcuni principali servizi di cura.

Bene anche Legalità e sicurezza (14° posto) e Mobilità sostenibile con la 15^ posizione.