Si è svolto a Reggio Emilia mercoledì 21 marzo l’ultimo workshop in ordine di tempo dei centri coinvolti nel Progetto nazionale di benchmarking sui percorsi oncologici, prima esperienza in Italia e in Europa a essere nata “dal basso”, vale a dire dai centri stessi e dalla loro esigenza di confrontare pratiche e percorsi per uniformare l’assistenza sul territorio nazionale e ottimizzarne gli esiti, prendendo spunto dalle migliori performance.

Migliorare la qualità dell’assistenza e anche la qualità percepita dal paziente oncologico, perfezionare il percorso diagnostico terapeutico assistenziale delle strutture che se ne occupano, ottimizzare la gestione dei percorsi con attenzione anche all’efficiente impiego delle risorse. Sono questi gli obiettivi prioritari della rete nata nel 2014, della quale, insieme all’Ausl Irccs di Reggio Emilia, fanno parte i migliori centri oncologici italiani, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e l’Istituto Superiore di Sanità.

Ad aprire i lavori nella sede di Palazzo Rocca Saporiti è stato il direttore generale dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia Fausto Nicolini. L’appuntamento ha rappresentato l’occasione per ringraziare la Fondazione Guido Berlucchi, rappresentata dal presidente Pierangelo Gramignola, da anni impegnata a supportare la ricerca sui tumori, che ha formalizzato il proprio generoso sostegno al progetto.

Il progetto nazionale di benchmarking sui percorsi oncologici

Nata nel 2014 per iniziativa di Istituto Clinico Humanitas IRCCS Rozzano, Grande Ospedale Metropolitano Niguarda Milano, ASST Papa Giovanni XXIII – Bergamo, Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero Brescia, Istituto Oncologico Veneto IRCCS Padova, Arcispedale S. Maria Nuova IRCCS Reggio Emilia, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Roma, la Rete oncologica – autofinanziata e indipendente – ha come obiettivo primario l’individuazione di regole rigorose e condivise di confronto delle performance dei rispettivi PDTA (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) in oncologia, al fine di migliorare la qualità assistenziale e la qualità percepita dal paziente. A tale scopo si vuole implementare un sistema di benchmarking volto al perseguimento del miglioramento continuo della qualità attraverso un confronto costruttivo e strutturato e un’azione di trasferimento di best practice tra le diverse strutture. La rete, unica nel suo genere nel nostro Paese ed in Europa in quanto bottom-up, pragmatica, autonoma e indipendente, vuole mettersi al servizio delle Istituzioni nazionali e regionali e aprirsi ad altre strutture italiane che desiderino misurarsi e crescere.

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Nella foto: il gruppo riunito nella sede di Palazzo Rocca Saporiti a Reggio Emilia