Lo scorso novembre, un team chirurgico dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena, si è recato nei territori palestinesi ed in particolare a Hebron per una missione umanitaria chirurgica. Il team era composto dalla dott.ssa Micaela Piccoli, Direttore della Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie dell’Ospedale di Baggiovara, una sua collaboratrice dott.ssa Barbara Mullineris ed una Specializzanda in Chirurgia Generale di Unimore, dott.ssa Francesca Pecchini; con loro, un’anestesista Matteo Gazzi (del Servizio di Anestesia dell’Ospedale di Vignola) uno specializzando dell’endocrinologia di Unimore, Andrea Craparo. La Missione è stata realizzata grazie a PCRF (Palestinian Children Relief Found), un’organizzazione americana con 26 anni di esperienza nell’organizzare assistenza medica in Palestina, prevalentemente in ambito pediatrico, ma non solo. I nostri operatori sanitari hanno per 4 gg visitato ed operato numerosi pazienti affetti da patologie endocrine, soprattutto tiroidee e paratiroidee.

La Chirurgia di Baggiovara non è nuova a queste esperienze umanitarie che esegue in tutto il mondo, o almeno lì dove ce n’è più bisogno. Esperienze che riempiono cuore e mente ed aiutano ad affrontare con maggiore serenità il duro lavoro quotidiano. “Proprio in questi giorni di feste – ha spiegato la dottoressa Piccoli –il promotore ed organizzatore di tutte queste iniziative, il dott. Mario Meinero, è scomparso improvvisamente, lasciando un vuoto incolmabile nel nostro cuore e di tutto il popolo palestinese. Dal 2010 ci ha coinvolto, dapprima nell’Ambito del Progetto del Ministero degli Esteri e dell’AISPO “Supporto alle strutture chirurgiche palestinesi mediante l’utilizzo di tecniche laparoscopiche e mini-invasive a basso costo” e quindi con la PCRF, con spedizioni chirurgiche, di circa una settimana l’una, eseguite nei Territori Palestinesi in particolare nelle aree di Gaza, Nablus, Ramallah ed Hebron”.

Questa volta, erano circa 40 i pazienti che attendevano l’equipe modenese. Tra loro, dopo un’accurata valutazione multidisciplinare endocrinologica, anestesiologica e chirurgica, sono stati selezionati 17 pazienti idonei per l’intervento chirurgico. La dott.ssa Piccoli e la dott.ssa Mullineris si sono divise tra le due sale operatorie, operando con i colleghi palestinesi ed insegnando loro le varie procedure. Infatti, non si è trattato solo di svolgere interventi chirurgici ma di fare vera e propria formazione ai colleghi di Hebron che hanno operato in prima persona, opportunamente tutorati.

Grazie all’anestesista, dott. Gazzi, è stato possibile gestire completamente la seconda sala operatoria in modo autonomo dal punto di vista anestesiologico. I due specializzandi in chirurgia ed in endocrinologia si sono alternati in Reparto ed in Sala operatoria verificando la corretta applicazione di tutte le procedure, pre-intra e postoperatorie. “Tutti gli interventi si sono svolti senza complicazioni – ha ricordato la dottoressa Piccoli – La soddisfazione, non solo dei pazienti, ma anche di tutto il personale medico e paramedico è stata altissima. Si tratta di una realtà completamente diversa che implica un’attenzione maggiore a tutto quello che nei nostri Ospedali si da’ per scontato. Quando si torna indietro, si capisce di quanto si è fortunati a lavorare e vivere in un SSN che garantisce in modo universalistico, speriamo ancora a lungo, la qualità delle prestazioni e l’innovazione tecnologica.

“Dovrebbe essere un periodo di formazione obbligatorio per tutti i giovani specializzandi di aree chirurgiche e non – ha commentato la dottoressa Pecchini – perché ci aiuta a capire che ciò che noi diamo per scontato nella medicina non lo è per larghe fette della popolazione mondiale. Come disse Gabriel Garcia Marquez, <<ANCHE L’AMORE S’IMPARA>>. Il compito dei senior dovrebbe essere non  solo quello di trasmettere ai più giovani tecnica e tecnologia ma soprattutto passione, rispetto ed etica nei rapporti tra colleghi e con i pazienti”.

“La guerra era vicina ma è sembrata lontana – aggiunge la dottoressa Mullineris – in mezzo a gente che anela la pace. Ricambiamo gli Auguri ricevuti dall’Ospedale di Hebron e rispondiamo volentieri con “Goodbye”, dato che la richiesta del popolo di Hebron è stata quella di continuare in queste attività formative, per loro una delle poche finestre aperte verso un futuro migliore. Lo dobbiamo anche all’amico e maestro Mario Meinero!”.