Lunedì 7 gennaio si è svolta l’assemblea dei lavoratori Italpizza per fare il punto della situazione a quasi un mese dalla trattativa in prefettura. “Ad oggi nessuno dei tre punti dell’accordo firmato tra azienda e sindacato S.I. Cobas è stato rispettato”, afferma lo stesso sindacato intercategoriale in una nota. “Dei 13 lavoratori ingiustamente licenziati o sospesi, soltanto 3 operaie sono effettivamente tornate al lavoro”.

 

“Per quanto riguarda il rispetto degli orari e dei turni di riposo tutto resta come prima – prosegue S.I. Cobas – lavoro a chiamata, turni da 16 ore senza riposo, nessuna pausa per mangiare, ma solo dieci minuti ogni quattro ore per andare al bagno. A questo proposito la novità del marcatempo per i bagni: adesso bisogna timbrare il cartellino all’entrata dei servizi igienici, dove si attende il proprio turno a gruppi di dieci, un minuto a testa… queste sono le eccellenze modenesi!”

“Nessuna apertura nemmeno per quanto riguarda la verifica dei contratti: il S.I. Cobas ha quindi richiesto un incontro al Ministero del Lavoro per esigere l’applicazione del CCNL Alimentare per le centinaia di dipendenti delle cooperative Cofamo ed Evologica presenti all’interno dello stabilimento, attualmente inquadrati con contratto di pulizie e multiservizi.
Allo stesso tempo è stata fatta richiesta all’Ispettorato del Lavoro di avere accesso agli atti di ispezione di cui sono trapelate voci sulla stampa nelle scorse settimane: che tipo di controlli ha svolto l’ispettorato ad Italpizza? Su quanti dipendenti? È vero, come sostenuto dalle cooperative, che l’ispettorato ne aveva certificato la regolarità?”

“Da anni nello stabilimento Italpizza vige un sistema vergognoso di sfruttamento e paura che deve finire – conclude il Sindacato – Lo avevamo detto già all’indomani della sottoscrizione dell’accordo, lo confermiamo oggi: la guerra ai colossi cooperativi non è affatto finita”.