Ammontano a tre milioni e 479 mila euro le risorse aggiuntive che la Provincia di Modena avrà a disposizione nel 2019 per la manutenzione della rete di oltre mille chilometri di strade provinciali e di oltre 50 edifici scolastici superiori.

Tenendo conto delle risorse già previste dalle legge di Stabilità precedente, pari a circa tre milioni di euro, la Provincia complessivamente potrà contare quest’anno su oltre sei milioni e 400 mila euro per gestire le competenze fondamentali.

Le risorse sono previste dalla legge di Stabilità 2019 secondo la ripartizione decisa nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato Città che ha dato il via libera al decreto di riparto dei 250 milioni assegnati appunto dalla legge di bilancio.

«Sono risorse importanti – sottolinea Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia di Modena – che tra l’altro verranno assicurate ogni anno in modo stabile fino al 2033, consentendo quindi un minimo di programmazione almeno degli interventi più urgenti. Tuttavia non sono sufficienti per affrontare tutte le necessità accumulate in questi anni a causa dei pesanti tagli. Anche quest’anno – aggiunge Tomei – verseremo allo Stato 26 milioni di euro che si aggiungono agli oltre 150 milioni versati dal 2013 provenienti dalle imposte pagate dai cittadini modenesi, in particolare automobilisti, visto che si tratta di quote di Rcauto e di Ipt, che hanno tutto il diritto di usufruire di una viabilità adeguata».

Tomei evidenzia, inoltre, che dal Governo non è ancora arrivata una risposta sulla richiesta di finanziamenti straordinari per la messa in sicurezza dei ponti provinciali.

La Provincia nel settembre scorso  aveva inviato al Governo, su richiesta del ministero delle Infrastrutture, a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, un elenco di 30 ponti sui quali è necessario avviare un piano di intervento con un costo complessivo di 18 milioni di euro che attualmente la Provincia è in grado di finanziare solo in minima parte.

Per Tomei, infine, ora «occorre riprendere la questione del riordino istituzionale delle Province. Il Governo e il Parlamento devono avviare un percorso che si è interrotto dopo l’esito del referendum. Occorre garantire un livello di governo efficiente di area vasta che rappresenti anche un valido supporto per i piccoli Comuni al fine di intercettare risorse a livello europeo e nazionale».