Il Comune di Reggio Emilia e Acer Reggio Emilia hanno definito un programma di interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche in 16 edifici di edilizia residenziale pubblica nel Comune capoluogo, per un totale di 147 alloggi pubblici e un investimento complessivo di 654mila euro che si realizzerà in due stralci.

Il primo stralcio, per un investimento di 333mila euro, è finanziato dalla Regione Emilia Romagna per 226mila euro e da risorse proprie del Comune di Reggio Emilia per 107mila euro.

Il secondo stralcio di 319mila euro è in attesa di ulteriore finanziamento dalla Regione.

Gli interventi sono attualmente in corso nei fabbricati situati in piazza San Zenone al numero civico 2, in via Freddi ai civici 33 e 35, in via Pastrengo al civico 18, in via Maramotti al civico 23 e in via Vigano al civico 1.

L’importo complessivo di questa prima fase di lavori è di 333.936,54 euro e riguarderà 47 alloggi, suddivisi in 6 scale.

Il secondo stralcio prevede interventi di miglioramento dell’accessibilità con la sostituzione delle cabine esistenti anche nei fabbricati di edilizia residenziale pubblica situati in via Monte San Michele ai civici 13, 15, 17, 19, 21, 23, 25, 27, 29, 31 per un totale di altri 100 alloggi pubblici, suddivisi in 10 scale, e un importo complessivo lavori di 319.939,20 euro.

“Gli interventi che presentiamo quest’oggi – ha detto il vice sindaco con delega al Welfare Matteo Sassi intervenendo questa mattina in conferenza stampa – non riguardano solo le politiche di interventi sulla qualità delle abitazioni, ma soprattutto la qualità delle relazioni e del vivere sociale nei quartieri e negli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Si tratta di un piano di interventi frutto di un importante lavoro concertato portato avanti dal Comune e da Acer con le parti sociali, che incide in maniera significativa sulla qualità della vita delle persone e che rappresenta un’ulteriore testimonianza del lavoro che in questa città si svolge da tempo sui temi dell’accessibilità universale”.

Nel presentare i dati e la qualità degli interventi nei fabbricati per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il miglioramento dell’accessibilità e l’installazione o la sostituzione degli ascensori, il presidente di Acer Reggio Emilia Marco Corradi ha dichiarato:

“La costruzione del patrimonio Erp nel Comune di Reggio risale prevalentemente ad alcune decine di anni fa, pertanto necessita di interventi di riqualificazione che ogni anno provvediamo a realizzare con programmi che prevedono misure a volte a migliorare la qualità di vita degli inquilini. Laddove le condizioni strutturali lo permettono, Acer interviene per garantire alle persone, anche disabili, il mantenimento della piena autonomia e delle relazioni familiari e sociali costruiti negli alloggi e nel quartiere in un cui abitano da una vita”.

Alla conferenza stampa erano presenti anche i rappresentanti dei Sindacati degli inquilini, di Auser e del Criba, organizzazione regionale che si occupa del superamento delle barriere architettoniche.

Nel solo Comune capoluogo, Acer Reggio Emilia gestisce 2791 alloggi di edilizia residenziale pubblica, suddivisi in 273 fabbricati di proprietà mista (per un totale di 509 scale).

Gli alloggi in fabbricati interamente pubblici sono 1774 (per un totale di 272 scale).

Sono 1435 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica situati in fabbricati di oltre due piani (per un totale di 161 scale).

Attualmente sono 412 gli inquilini portatori di disabilità (risultanti dalle dichiarazioni Isee) che vivono negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, di cui 151 non autosufficienti e 261 con gravi disabilità per i quali sono stati installati 212 nuovi ascensori.

I programmi di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica nel Comune di Reggio Emilia prevedono ogni anno interventi per migliorare l’accessibilità degli alloggi e degli edifici gestiti da Acer.

Il 20,31% degli inquilini che vivono negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, infatti, supera i 65 anni di età, di cui l’8,9% va dai 65 ai 75 anni, il 7,8% dai 75 agli 85 anni e il 3,61% supera gli 85 anni di età.

Tra gli interventi principali di adeguamento per una migliore fruibilità degli alloggi e degli edifici, la realizzazione di nuovi accessi ai fabbricati, la sistemazione di rampe, la sostituzione dei portoni di ingresso, l’installazione o la sostituzione di ascensori, la modificazione degli spazi negli alloggi, con conseguente demolizione e ricostruzione, per renderli idonei ai nuovi bisogni degli inquilini, oltre all’adeguamento degli impianti elettrici.

Ad oggi, gli alloggi Erp oggetto di interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche e il miglioramento delle condizioni di vita degli inquilini rappresentano circa l’80% del totale del patrimonio gestito. Nel 2019 è previsto l’adeguamento alle norme per l’abbattimento delle barriere architettoniche in altri 70 alloggi nel Comune capoluogo.

Acer Reggio Emilia già da diversi anni segue i principi della sostenibilità sociale, economica e ambientale diffusi dalle linee guida Wel Hop (Welfare Housing policies for Senior Citizens), un’iniziativa coordinata da Ervet e finanziata dall’Unione Europea il cui obiettivo è il mantenimento dell’autosufficienza, del diritto di scelta, della migliore autonomia e qualità di vita per le persone anziane in Europa.

In risposta a un crescente bisogno di azioni a tutela della popolazione anziana e dei portatori di disabilità, nel 2018 i tecnici di Acer sono stati ulteriormente formati in materia di accessibilità, di miglioramento del benessere ambientale e progettazione inclusiva, grazie a una convenzione sottoscritta dalla Regione Emilia Romagna con l’Associazione Cerpa Italia onlus, finalizzata a promuovere interventi per una migliore fruibilità urbanistico-edilizia di edifici e quartieri.

Nel 2019 Acer Reggio Emilia sarà impegnata in attività di verifica sullo stato dell’accessibilità del patrimonio di edilizia residenziale pubblica in tutto il territorio provinciale, nell’ottica di migliorare l’accessibilità degli edifici, innalzare gli standard del benessere ambientale dell’immobile e del contesto, e quindi della qualità di vita delle persone che lo abitano, per adattarlo alle diverse abilità o ai bisogni delle persone e delle famiglie con disabili.