Il 2 aprile scorso la Congregazione per il Clero ha comunicato all’arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci, la decisione, presa da papa Francesco il 20 marzo scorso, di dimettere il sacerdote Fernando Bellelli, ex parroco della frazione di Portile, dallo stato clericale, con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il sacro celibato. Tale decisione è inappellabile e non è soggetta ad alcun tipo di ricorso. Nel 2014 don Bellelli si era dimesso mentre era parroco a Portile a seguito della contestazione da parte di alcuni fedeli. I motivi non sono mai stati chiariti.

La decisione del Papa costituisce l’esito di un approfondito procedimento canonico avviato dall’Arcidiocesi nel febbraio del 2016 e portato avanti sulla base di indicazioni e richieste da parte della Congregazione per il Clero. “Il procedimento non ha riguardato imputazioni penali, né canoniche né civili, inerenti persone minori, ma ha riguardato aspetti fondamentali della vita sacerdotale”, spiega un comunicato della cancelleria della Arcidiocesi. “Una pena nella Chiesa viene inflitta sempre in vista di un bene maggiore, sia per colui che ne viene raggiunto, sia per l’intera comunità cristiana. Accogliamo con docilità questa decisione, custodendola nella preghiera”.

“Fernando Bellelli non è scomunicato -conclude la cancelleria della Arcidiocesi – rimane in comunione con la Chiesa in quanto fratello battezzato in Cristo ed è invitato ad attingere, come ogni fedele, alla grazia del Vangelo e dei sacramenti”.