“Leggo proprio in questi giorni sulla stampa locale un articolo riguardante il circolo Fossetta e le lamentele dei residenti per il disturbo che certe attività recano alla quiete pubblica, in particolare con riferimento alle feste che la comunità ghanese tiene in uno spazio assegnato, eccedendo forse nel volume della musica o negli orari.

Io ho provato per un lungo tratto della scorsa legislatura a occuparmi dei circoli che gestiscono i parchi pubblici, in particolare del circolo Fossetta, chiedendo all’amministrazione chiarezza, una convenzione diversa e basata su più punti e richieste al gestore, un accesso più libero ai circoli e allo stesso tempo meno improvvisato. Non solo non sono stato ascoltato, ma la convenzione al Fossetta è stata rinnovata di gran corsa prima della fine del mandato.

Adesso siamo alle lamentele e alle petizioni dei cittadini, come era prevedibile per una struttura che da sempre opera in quasi totale autonomia e con scarsissimo controllo da parte del Comune.

Quanto accaduto non è colpa della comunità ghanese, che ha regolarmente chiesto e ottenuto uno spazio, né è colpa del circolo e di chi lo gestisce, stando alle poche e carenti regole attuali. Anzi l’intento di riempire uno spazio, di rendere vivo il parco in modo da non lasciarlo in mano a cattive frequentazioni, è assolutamente lodevole.

Il problema comincia come sempre da chi detiene le possibilità e il dovere amministrativo di dare regole chiare. Se chi di dovere lo avesse fatto, oggi avremo un circolo con gestione condotta in base a regole precise, maggiore e meno improvvisata apertura a gruppi, associazioni e comunità interessate a renderlo più attivo e partecipato, cittadini contenti anziché arrabbiati.

Nella prossima legislatura, se sarò consigliere riprenderò il discorso esattamente da dove l’ho lasciato, con rinnovata energia, perchè quella del rapporto fra circolo fossetta e parco arcobaleno resta una delle situazioni più opache della città, così ereditata sia dall’amministrazione uscente che da quella, di colore opposto, che l’ha preceduta”.

(Gino Venturelli, Sassuolo 2020)