Il Gruppo Educativo Babele è un servizio rivolto a ragazzi delle scuole medie, attivo sul territorio ormai da molti anni. L’obiettivo del progetto è quello di accompagnare i ragazzi nel loro percorso di vita fornendo un sostegno sia sul piano scolastico che relazionale. Le attività posposte da educatori e volontari sono varie e spaziano dal supporto scolastico ad attività ludiche e laboratoriali, e hanno l’obiettivo di portare i ragazzi a scoprire le loro potenzialità.

E’ gestito dalla Parrocchia di Fiorano con il contributo dell’Amministrazione Comunale.

Anche quest’anno, venerdì scorso 7 giugno, si è svolta all’Oratorio San Filippo Neri la festa finale, a cui hanno partecipato i ragazzi, le famiglie, i volontari, il parroco Don Antonio, Don Giuseppe, il sindaco Francesco Tosi, il vicesindaco Morena Silingardi e l’assessore Luca Busani, nella doppia veste di amministratore pubblico e volontario

La festa è cominciata con la consegna degli attestati ai ragazzi e continuata con la cena multietnica, con piatti di differenti nazionalità e provenienze preparati dalle famiglie, introdotta da un momento di preghiera cattolica e islamica.

La premiazione dei ragazzi da parte degli educatori e delle autorità presenti con un attestato personale, ciascuno per una specifica qualità è un momento molto sentito e speciale, che dimostra quanto educatori e ragazzi abbiano imparato a conoscersi e mette in evidenza le qualità positive di questi ultimi. Durante la premiazione gli educatori e alcuni ragazzi hanno intercalato le varie attività svolte durante l’anno; hanno eseguito una canzone prodotta dai ragazzi ed esposto cartelloni ricchi di foto. Oltre ai compiti, infatti, i ragazzi sono stati coinvolti a piccoli gruppi in un laboratorio poetico, in cui hanno sperimentato che “poeti non si nasce”; hanno partecipato ad attività sportive culminate nel torneo distrettuale Gianburrasca; hanno svolto laboratori creativi e di manutenzione degli spazi utilizzati; hanno svolto alcune gite, in particolare al museo Ferrari di Maranello, alla Villa Guastalla, alla Rotonda per fare un laboratorio di Skiline e pensare all’orizzonte; un laboratorio di giardinaggio in cui crescere erbe aromatiche; hanno svolto un percorso teatrale con operatori di Quintaparete; un percorso laboratoriale creativo per imparare a comunicare la diversità, con Hayat di Bologna grazie al Cefa; hanno incontrato ospiti che hanno stuzzicato la curiosità dei ragazzi.

Rimane vivo l’interesse per il Gruppo Redazione, che si occupa della realizzazione del giornalino Inchiostro, e il laboratorio di cucina, organizzato in collaborazione con il Centro d’Ascolto, che ha permesso di preparare i tanti tortelloni che sono stati serviti ad adulti e ragazzi la sera della festa. Durante il racconto delle attività i ragazzi sono stati premiati

La serata si è conclusa in un clima di convivialità con 160 commensali e momenti di gioco. Le famiglie che hanno portato un piatto tipico sono state ringraziate con la consegna di un presente realizzato dai ragazzi. È seguita una coreografia di danza preparata dalle ragazze.

Il clima di Babele è ben sintetizzato nel testo della canzone da loro scritta:

GET boom! / Babele dentro la mia testa, yah! / Nel pulmino si fa festa / Babele è divertente / Io non immaginavo questo / Mamma guarda che bei voti prendo adesso / coi ragazzi del Babele guarda come me la spasso / Boom! / Nel pomeriggio c’è sempre gioia / amico qui si vola / il rispetto non s’ignora / c’è sempre stato fin ora / Non ci credi? / Te lo facciamo vedere ora / Quanti pensieri per la testa / tutti insieme si fa festa / Babele è più interessante / Io non immaginavo questo / Mamma guarda come sto crescendo adesso / or la scuola non mi pesa come un masso / coi ragazzi di Babele guarda come me la spasso / Boom!

Non sarà letteratura, ma il pensiero dei ragazzi sì, come confermano due loro frasi a commento. Emma ha scritto: “A noi Babele piace perché è un posto in cui ci danno ascolto: io non avrei mai pensato che da una nostra idea sarebbe nata una canzone e che da una mia proposta sarebbe nato il progetto “Pisntala!” e Giorgia: “Le nostre idee vengono prese in considerazione, anche quando facciamo i compiti; prima gli educatori chiedono come  pensiamo di svolgerli e questo aiuta molto”.