In occasione dell’inizio della Preghiera d’Estate, giovedì 20 giugno 2019, alle ore 20.45, presso l’Oratorio San Filippo Neri, il testimone della serata sarà Don Mattia Ferrari, vice parroco di Nonantola, per raccontare la sua esperienza sulla nave Mar Ionio, impegnata a salvare i migranti provenienti dall’Africa.

Come ha scritto l’Avvenire: “Don Mattia è proprio come ti immagini che sia un prete giovane. Chi vorrà appiccicargli addosso il cliché del don barricadero, non né troverà traccia. Fresco di barba, impeccabile in jeans e camicia clergy, i modi garbati del seminarista docile. Difficile, però, non leggergli nello sguardo la vocazione, e nelle parole una determinazione che sembra non avere molto a che vedere con tanti suoi coetanei. «Sono qui – dice – per vivere il Vangelo di Gesù accanto a questi ragazzi affamati di giustizia e operatori di pace. Sono qui per portare la vicinanza della Chiesa di Gesù a questi ragazzi che rischiano la loro stessa vita per salvare quella del prossimo, e ai migranti che casomai verranno salvati durante la missione”.

Intervistato per l’Avvenire dal giornalista Paolo Seghedoni, Don Mattia Ferrari ha spiegato: “La mia salita a bordo nasce dalla richiesta dei ragazzi di Mediterranea di avere un prete a bordo. Doveva andare un confratello di Mestre che alla fine non ha potuto prendere parte alla missione, allora hanno chiesto a me per l’amicizia che mi lega ad alcune delle persone impegnate sulla nave. Ne ho parlato col mio vescovo, don Erio Castellucci che mi ha dato la sua autorizzazione e anche con don Gianni De Robertis, direttore di Fondazione Migrantes della Cei.

“Ho conosciuto diverse persone che sono arrivate proprio attraverso il mare. Raccontano storie davvero forti. In tanti mi hanno raccontato la traversata che hanno fatto, la sofferenza e i pericoli. Molti hanno parenti o amici morti durante questa traversata del Mediterraneo”.

Sulla Mar Jonio è stato il cappellano di bordo. “Il mio compito è rappresentare la vicinanza della Chiesa sia alle persone che sono sulla nave che per i migranti che arrivano dalle coste libiche. Siamo i primi che vedono e voglio portare loro amicizia, consolazione e sostegno spirituale”.

Accanto agli attacchi subiti sui social, ci sono anche azioni e prese di posizione di sostegno. L’Azione Cattolica, ad esempio: “Ne siamo orgogliosi e crediamo che aiuti tutti noi a riflettere e a vivere sempre più alla sequela del Signore e alla luce del Vangelo. Noi cristiani riceviamo, all’interno delle nostre comunità, un ricco nutrimento spirituale, che siamo chiamati a tradurre in scelte e gesti concreti di amore per i fratelli, in particolare di vicinanza e sostegno ai più piccoli, agli ultimi, come dice il Vangelo. Pensiamo che sia una scelta coraggiosa ma necessaria, per la Chiesa che vuole vivere il proprio ruolo nel mondo di oggi a servizio dei più fragili e di coloro che sono in difficoltà; per i laici cristiani, che vogliono leggere il fenomeno migratorio in una visione più ampia e più complessa e affermano che la dignità della persona deve stare al primo posto”.