L’inserzionista curava la pubblicazione degli annunci esca su noti siti internet di annunci e portava avanti la trattativa su WhatsApp, mentre l’amico “cassiere”, intestatario del conto dove finivano i soldi, incassava il danaro delle “vendite fantasma” di consolle play station. In questo modo il duetto, dalla provincia di Crotone hanno raggirato anche un reggiano che ha risposto all’annuncio concernente la vendita di una play station, che ha pagato 160 euro senza vedersi consegnare la consolle: i due furbastri truffatori incassato il danaro sono spariti nel nulla.

Per questo motivo i carabinieri della stazione di Campagnola Emilia, a cui lo studente 18enne reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per concorso in truffa alla Procura reggiana due amici di 40 e 45 anni residenti a Crotone. Il 40enne è risultato l’autore dell’inserzione e colui che ha portato avanti la trattativa, l’altro l’intestatario del conto dove sono finiti i soldi.

Le indagini, come detto, sono partite a seguito della denuncia presentata da un 18enne reggiano che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci una play station. Dopo aver intavolato via whatsApp la trattativa, riusciva a concludere l’acquisto della console per un importo di 160 euro che versava secondo quanto pattuito sul conto indicatogli dal venditore. All’accredito dell’importo non è però corrisposta la consegna della playstation in quanto il venditore spariva nel nulla bidonando il malcapitato reggiano. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa il ragazzo si presentava ai carabinieri di Campagnola Emilia formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri tra l’account di posta elettronica riportato nell’annuncio trappola, l’utenza telefonica dove veniva intavolata la trattativa e il conto dove erano stati versati i soldi i carabinieri indirizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.