Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro sulla necessità di semplificare, nel rispetto della normativa, le procedure a carico delle aziende zootecniche del territorio Appenninico. Vi hanno partecipato da una parte gli amministratori locali di San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Camugnano e Grizzana Morandi, ai quali vanno aggiunti anche quelli di Monzuno che, pur non presenti, condividono l’iniziativa; dall’altra i funzionari dell’Azienda Usl di Bologna, i responsabili delle principali associazioni di categoria, CIA e Coldiretti e il dottor Giovanni Vecchi, veterinario libero professionista ex dipendente pubblico che ha dato la propria disponibilità.

«Abbiamo deciso di aprire un tavolo di confronto su questo tema» spiega il sindaco di San Benedetto Alessandro Santoni «perché crediamo occorra individuare procedure e procedimenti che tengano conto delle peculiarità tipiche delle nostra realtà locale. Gli allevatori in Appennino hanno spesso aziende di piccole o medie dimensioni, per cui crediamo si possano adeguare le modalità operative e relazionali tra la componente pubblica di controllo e quella privata».

Il rischio infatti è che uno scrupoloso e puntuale adeguamento metta in difficoltà queste aziende che non possono competere con quelle di grandi dimensioni, più strutturate e in grado di dedicare tempo e risorse a queste attività.

Il primo incontro ha portato già ad un risultato: è stato infatti predisposto un modello di documento di autocontrollo aziendale. Si tratta di un modello abbastanza snello per non aggravare le procedure delle singole aziende, che però al tempo stesso consente all’Ausl di rendere più efficiente il proprio ruolo di controllo e verifica, evitando l’insorgere di contenziosi.

Quello che viene proposto è insomma di uno strumento utile dunque sia per chi ha il compito di effettuare i controlli, sia per il titolare dell’azienda che così avrà la certezza che il proprio allevamento risponda pienamente alla normativa vigente.

Il tavolo tornerà a riunirsi a fine luglio, per proseguire nella definizione degli interventi da attuare. Nel frattempo è stato confermato che il numero di suini che si possono allevare per uso familiare e che sarà possibile macellare a domicilio durante la prossima stagione invernale è fissato, come per gli anni precedenti, a 4 unità, mentre altre situazioni e tipologie di allevamento andranno valutate caso per caso.