“E’ di questi giorni la notizia della sentenza del Tar de Lazio che ha annullato il concorso per Dirigenti Scolastici, bloccando quindi le assunzioni imminenti dei vincitori del concorso. Per la provincia di Modena significa che le 45 scuole che oggi non hanno un preside titolare rischiano di continuare ad essere gestite con delle reggenze. In sostanza, i 45 presidi della provincia di Modena (ma forse anche qualcuno in meno a causa dei probabili pensionamenti) dovranno dividersi su tutte le 89 scuole della provincia. Un lavoro enorme in condizioni “normali”, che rischia di diventare quasi impossibile se i pochi dirigenti superstiti dovranno affrontare le tante complicazioni che ci aspettano per il prossimo anno scolastico” – spiega Claudio Riso, segretario sindacato scuola Flc Cgil Modena.

“Situazione analoga è quella che riguarda i Dsga, i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi: sono coloro che costruiscono i bilanci delle scuole e poi li firmano, figure che hanno la responsabilità del funzionamento operativo e amministrativo delle scuole e che coordinano il lavoro delle segreterie e di tutto il personale ATA.
Anche qui da anni scontiamo una cronica mancanza di personale, surrogata da Dsga che di devono dividere su più sedi: una sulla quale hanno la titolarità e almeno un’altra con una reggenza.
Poi ci sono i casi di scuole in cui il Dsga è un “facente funzione”, ossia un impiegato della segreteria incaricato di svolgere le funzioni di Dsga.
E’ stato bandito un concorso, le prove sono iniziate, ma le procedure sono terribilmente a rilento e non ci sono speranze che per il prossimo settembre le operazioni siano concluse.

Sarà poi piuttosto complicata anche la situazione relativa al personale docente su tutti gli ordini di scuola.
Nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione ha annunciato 58.627 posti per le immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico. Di questi, secondo le stime della Flc Cgil, circa 870 sarebbero destinati alle scuole modenesi, ma altri posti potrebbero aggiungersi per effetto dei pensionamenti con Quota 100. E questa di per sè sarebbe una buona notizia.
La realtà dei fatti però è un po’ diversa.
Sulla scuola dell’infanzia e su quella primaria pende ancora la vicenda dei Diplomati Magistrali i quali, secondo quanto è previsto dalla sentenza del Consiglio di Stato, saranno licenziati non appena diventeranno esecutive le sentenze di merito dei tribunali che ne prevedono il licenziamento.
Senza la proroga del Decreto Dignità anche per l’a.s. 2019/20 quindi, nella scuola dell’infanzia e primaria si rischia di avere molte classi scoperte.

Per quanto riguarda invece le scuole secondarie di 1 e 2 grado, medie e superiori, su un totale potenziale di 657 posti per le immissioni in ruolo, ben il 60% non saranno coperti per assenza di personale nelle graduatorie. Per fare fronte a questa carenza il governo si è impegnato, attraverso una apposita intesa con i Sindacati, a far partire i necessari concorsi.
E’ evidente che per il prossimo settembre si dovrà ricorrere nuovamente a schiere di docenti precari, continuando ad alimentare precarietà e danneggiando la continuità didattica.
E’ urgente quindi che il governo acceleri la realizzazione dei contenuti dell’intesa e avvii le procedure per i concorsi che si è impegnato a bandire: ci sono migliaia di giovani precari che aspettano e la situazione non è più tollerabile.

Gli stessi docenti precari poi rischiano di essere beffati nuovamente e gli studenti penalizzati: se il Miur non chiarisce che le specializzazioni o le abilitazioni conseguite dai docenti in corso d’anno non determinano nuove graduatorie, i numerosissimi posti vacanti, su cui non si immetterà in ruolo perché le graduatorie sono vuote, sommati a tutti i posti in deroga sul sostegno (forse 650 circa) e agli spezzoni orari che andranno ai precari, rischiano di avere prima un supplente e poi un altro, riproponendo un assurdo balletto dei supplenti.
Sul sostegno continueremo ad avere un’alta percentuale di docenti non specializzati e a poco servirà il IV ciclo TFA, sia perchè i docenti acquisiranno il titolo nel corso del 2019/20, sia per l’esiguità complessiva dei posti messi a bando: 320 in tutta l’Emilia Romagna, appena 100 attivati per l’Unimore, a fronte di un bisogno di centinaia di studenti certificati.

Mentre l’agenda politica e il dibattito pubblico sono presi da temi e argomenti il più delle volte strumentali, quella delle scuola rappresenta una vera emergenza sulla quale l’attenzione ci sembra sia riservata solo agli addetti ai lavori, con aspetti  anche paradossali come ad esempio quello che che riguarda sia i presidi che i docenti: ci sono i posti ma mancano le forme di reclutamento attraverso cui poter assumere!!!

Se non si completa velocemente il concorso straordinario per infanzia e primaria, se non si bandisce  immediatamente l’ordinario infanzia e primaria, l’ordinario secondaria e se non si dà attuazione all’intesa Governo-Sindacati, la situazione, che si è verificata l’anno scorso, con una percentuale altissima dei posti liberi e disponibili per immissioni in ruolo con contratti stabili, ma coperti da docenti precari, è destinata a ripetersi anche quest’anno e ancora una volta l’ennesimo governo sarà responsabile del caos e dell’instabilità che determina questo stato di cose” – conclude il segretario del sindacato scuola Flc Cgil Modena.