Nella giornata di ieri personale della Squadra Mobile di Bologna ha dato corso all’esecuzione dell’ordinanza emessa dal G.I.P. dott. Pecorella, su richiesta del P.M. dr.ssa Baldi, che ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio della professione nei confronti di un avvocato donna di 36 anni del Foro di Bologna, indagata per i reati di circonvenzione d’incapace, falso in atto pubblico per induzione, falso materiale e sostituzione di persona.

L’attività d’indagine ha preso avvio da una segnalazione alla Procura da parte del Giudice Tutelare che, rilevati gravi profili di irregolarità nella condotta tenuta dal legale nell’ambito di una procedura nella quale era stata nominata Amministratrice di Sostegno, ha deciso di revocare alla stessa tutti gli incarichi affidateli nelle diverse procedure pendenti innanzi al Tribunale di Bologna – Sezione Prima Civile.

L’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, coordinata dalla locale Procura, ha permesso di raccogliere rilevanti elementi in ordine ai reati contestati. In particolare la legale, nell’ambito dell’esercizio della propria attività professionale, sfruttando la sua qualità di Amministratore di Sostegno di un anziano signore, nel corso del 2017, instaurava rapporti personali con la sorella del medesimo e – abusando dello stato di deficienza psichica della stessa causata dell’età avanzata e dalle condizioni di vita – la induceva ad intrattenere rilevantissimi rapporti patrimoniali, tutti ad esclusivo beneficio della stessa professionista, con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera, attesa la procura generale che le era stata conferita davanti ad un notaio dalla persona offesa per tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione.

Prima avrebbe tentato di farsi nominare beneficiaria di polizze assicurative per circa 350.000,00 €, poi avrebbe ottenuto una donazione di 400.000,00 € in suo favore e la nomina come unica erede; motivo per il quale, a seguito del decesso dell’anziana signora, riusciva a profittare di ulteriori 187.625,00 €, derivanti dalla vendita di due immobili ereditati e da altre liquidità presenti nell’asse ereditario. Questi motivi hanno indotto, nel corso dell’indagine, il Pubblico Ministero a richiedere ed ottenere la misura cautelare del sequestro preventivo a carico dell’indagata, sulle somme che si ritengono possano costituire il profitto del reato di circonvenzione d’incapace, per un importo pari ad euro 587.625,18 euro, aggredendo così i prodotti bancari ed assicurativi nella titolarità dell’indagata.