Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha individuato un gruppo di imprese, riconducibili ad un imprenditore reggiano già noto per pregressi reati tributari, le quali dal 2013 al 2018 hanno sottratto al fisco imponibili per oltre 70 milioni di euro.

Si tratta di 5 società operanti in molteplici settori (informatica, apparecchi telefonici, elettrodomestici, produzione di energia elettrica ed erogazioni di servizi di accesso ad internet) le quali avevano dichiarato la loro sede legale in altre province ma, di fatto, venivano gestite a Reggio Emilia dall’indagato.

Oltre a dichiarare sedi fittizie in altre città, l’imprenditore indagato attribuiva la legale rappresentanza delle società verificate a 4 soggetti completamente estranei alle dinamiche societarie ed imprenditoriali (cosiddetti “prestanome”), per lo più ignari del loro ruolo, ciò al fine di rendere difficoltosa l’individuazione dell’effettivo responsabile delle frodi.

Le indagini svolte, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, hanno permesso di appurare che l’imprenditore costituiva le società, ne sviluppava al massimo le potenzialità commerciali per poi distrarre a proprio favore i proventi conseguiti, parte dei quali relativi ad operazioni “in nero”.

Successivamente una di queste società ha trasferito la propria sede all’estero, mentre le altre 4 sono state portate in stato di decozione, senza onorare gli impegni con fisco e creditori e fatte fallire omettendo, nel contempo, di presentare le dichiarazioni dei redditi ovvero presentandole con importi irrisori.

Per il buon esito delle indagini la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha fatto ampio ricorso ad indagini finanziarie e bancarie al fine di ricostruire analiticamente i flussi di denaro che presentavano forti anomalie in considerazione della non coincidenza con le operazioni contabili delle società e del massiccio ricorso a prelevamenti di denaro contante.

Complessivamente le investigazioni del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Emilia hanno consentito il recupero a tassazione di oltre 70 milioni di euro ed accertato l’omesso versamento di IVA per circa 9 milioni di euro.

I “prestanome” benchè abbiano palesato un atteggiamento collaborativo nel corso delle indagini sono stati denunciati, unitamente all’imprenditore reggiano investigato, alla locale Autorità per frode fiscale.