Per decenni, le “scuse” ufficiali rilasciate da uno stato sovrano sono state considerate il metodo migliore per provare a ricostruire rapporti difficili, sia all’interno di paesi distrutti da un conflitto, sia tra le nazioni un tempo nemiche. Nonostante l’enorme sostegno ricevuto da questo tipo di narrazione, l’efficacia di questa pratica nel favorire dinamiche di riconciliazione resta estremamente discutibile, tanto che, al contrario, storici e antropologi sembrano sempre più decisi nell’affermare il ruolo vitale giocato dalla società civile nel promuovere, all’interno dei singoli paesi, una riflessione profonda e costruttiva sugli aspetti più complessi e dolorosi del proprio passato.

Questo il tema al centro di Società civile e riconciliazione: voci dalla Germania, dal Giappone e dall’Italia, il documentario di Claudia Astarita che sarà proiettato mercoledì 17 luglio alle ore 21:30 a Carpi, presso la Sala dei Nomi del Museo Monumento al Deporato.

Sopravvissuti, insegnanti, attivisti, curatori di musei, gente comune: in Germania, Giappone e Italia un po’ tutti hanno cercato e continuano a impegnarsi per colmare il vuoto di conoscenza storica ed empatia che ancora esiste in tutti i paesi attraversati del conflitto, con l’obiettivo di costruire fondamenta solide per una riconciliazione autentica.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Fossoli, è a ingresso libero e gratuito, e si svolgerà alla presenza dell’autrice, carpigiana d’origine, docente di Studi Asiatici a SciencesPo, a Parigi, e attualmente ricercatrice presso l’Asia Institute dell’Università di Melbourne, in Australia.

Claudia Astariata ha conseguito un dottorato in Studi Asiatici presso l’Università di Hong Kong nel 2010. I suoi principali interessi di ricerca spaziano dall’analisi degli interessi politici ed economici di Cina e India al regionalismo asiatico, e ultimamente ha coordinato diversi progetti di ricerca che analizzano come media e società civile influenzano il dibattito sulla storia e sulla memoria in Cina, Corea del Sud e Giappone.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.fondazionefossoli.org, la pagina Facebook e il profilo Instagram Fondazione Fossoli.