Parte domenica 15 settembre la caccia alla selvaggina stanziale, come lepri e fagiani, che coinvolge quasi tre mila cacciatori modenesi più un migliaio da altre province.

Nel calendario venatorio, disponibile nel sito della Regione, sono elencati tutte le limitazioni ai carnieri, le specie cacciabili e le modalità di caccia, tra le quali spiccano i due giorni di silenzio venatorio previsti al martedì e venerdì.

Sul controllo del regolare svolgimento dell’attività venatoria sono impegnati 15 agenti della Polizia provinciale e 70 guardie volontarie che garantiscono, con il coordinamento degli agenti, la vigilanza sul territorio.

Il comandate della Polizia provinciale Fabio Leonelli richiama i cacciatori al rigoroso rispetto delle distanze di sicurezza da abitazioni e strade, «uno dei problemi sul quale ancora registriamo la maggior parte delle segnalazioni da parte dei cittadini, preoccupati dalla presenza di cacciatori vicino alle case» e ricorda che le distanze di sicurezza sono di 50 metri dalle strade e 100 dalle case mentre la sanzione prevista è di 206 euro.

Oltre al rispetto delle distanze, un’attenzione particolare da parte della Polizia provinciale riguarda il rispetto del calendario venatorio, l’utilizzo dell’indumento ad alta visibilità, delle norme sul tesserino regionale, fino all’osservanza delle regole sull’anagrafe canina, la tutela del benessere animale e la caccia in aree vietate.

Anche quest’anno, tramite la consultazione on line della banca dati del programma informatico gestito dalla Regione, sarà controllata la riconsegna del tesserino venatorio nei tempi di legge.

 

3 mila cacciatori, in calo e pochi giovani. Età media 60 anni, lento il ricambio generazionale

Saranno meno di tre mila le doppiette modenesi impegnate nella stagione venatoria che si apre domenica 15 settembre.

Dai dati raccolti dalla Provincia di Modena emerge che il numero dei cacciatori è costante in calo negli anni: nel 2000 i cacciatori erano oltre diecimila.

Aumenta invece l’età media: ora è di oltre 60 anni, mentre solo una minima parte degli appassionati ha meno di 30 anni.

In questi ultimi anni, inoltre, si è consolidata la tendenza del cacciatore modenese a privilegiare sempre di più la caccia agli ungulati (sono quasi la metà i cacciatori modenesi che si dedicano a questo tipo di caccia) rispetto alla tradizionale caccia a lepri e fagiani con il cane da ferma.

Il ricambio generazionale è ancora lento: la maggior parte dei cacciatori che si abilitano ogni anno, una cinquantina in media, è di età compresa tra i 18 e i 30 anni.