“È un’idea che non ci piace e non ci trova per nulla d’accordo. E le ragioni sono semplici: da un lato rappresenterebbe una stangata da miliardi di euro – milioni se guardiamo al territorio modenese – sui consumatori; mentre dall’altro concorrerebbe sicuramente a deprimere ancora di più la spesa delle famiglie e di conseguenza i consumi in generale, già in forte rallentamento. Da ultimo, ma non meno importante ci chiediamo inoltre quale sarebbe l’impatto di una misura del genere sulla popolazione più anziana del Paese e del territorio, considerato per questa particolare fascia l’uso del contante come prassi abituale per qualsiasi sorta di pagamento”.

“Restiamo comunque assolutamente convinti – continua e conclude l’Associazione – della necessità di incoraggiare la diffusione della moneta elettronica, non solo per ragioni di tracciabilità e trasparenza, ma anche di sicurezza degli operatori commerciali. L’utilizzo di carte di credito e bancomat andrebbe quindi incentivato e sostenuto, meglio se con agevolazioni per i consumatori e, fondamentale, minori costi per le imprese, vessate da questo punto di vista.” L’Associazione fa notare che, per incentivare l’uso di pagamenti elettronici, sarebbe opportuno introdurre bonus e sconti fiscali sulla falsariga di quanto già avviene per le spese di ristrutturazione edilizia o riqualificazione energetica e cioè: sì a deduzioni e detrazioni per i contribuenti, ma solo se tracciati. Inoltre, aggiunge sempre Confesercenti, vanno abolite le commissioni,dovute agli operatori per micropagmaneti e per quelli sotto una determinata soglia. “Per contro invece, un’eventuale tassa sui contanti, come si vocifera e si è proposto giorni addietro, oltre che insensata rischierebbe solamente di favorire il nero e l’evasione. Non ci pare, dunque, la strada migliore da intraprendere anche e soprattutto in un’ottica di rilancio dei consumi.”

“Il problema – conclude l’Associazione – è che la moneta elettronica costa molto ed il costo è inversamente proporzionale alla quantità di utilizzo. Tra le micro imprese la movimentazione è poca rispetto ai costi esorbitanti del Pos. Anche per questo e per favorirne un uso frequente occorre eliminare del tutto le spese che le MPMI hanno a riguardo. Un altro problema è legato alle infrastrutture. Il 4G non è ovunque, pensiamo anche a certe zone dell’Appennino modenese, e non tutte le attività imprenditoriali sono dotate di banda larga: altro gap da superare. Servono poi incentivi di sostegno come ad esempio un credito di imposta del 2% e con le banche come sostituti di imposta per conto dello Stato.”