Due nuovi appuntamenti nell’ambito dell’anno dedicato a Lucrezia Borgia in occasione dei 500 anni dalla sua morte. Il primo incontro venerdì 27 settembre, alle ore 19 a Bologna, in via Zamboni 32, nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori 2019. Docenti e ricercatori del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna tratteranno “Le carte di Lucrezia”.

Per il terzo anno il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica partecipa alla Notte dei Ricercatori mettendo in mostra i Fondi posseduti dalla Biblioteca Ezio Raimondi e le carte degli autori su cui si svolgono alcuni dei principali progetti di ricerca letterari del Dipartimento: un affascinante viaggio da Dante e Benvenuto da Imola, uno dei primi commentatori della Commedia, alle lettere di Lodovico Ariosto, Lucrezia Borgia e Isabella D’este, a Giuseppe Fracassetti, studioso e traduttore di Petrarca, fino a Giuseppe Raimondi che, dalla bottega di stufe del padre di Piazza Santo Stefano, proietta Bologna al centro del mondo culturale europeo di primo Novecento. E ancora: manoscritti e testimonianze della letteratura settecentesca bolognese, con particolare riferimento a Marsili, fondatore dell’Istituto delle Scienze; volumi e carte di Riccardo Bacchelli e Piero Camporesi per illustrare i molteplici interessi del grande scrittore e dello storico e antropologo e il quaderno napoletano dell’Infinito a duecento anni dalla stesura del capolavoro leopardiano.

Si prosegue sabato 28 settembre alle ore 16 presso la Sala conferenze dell’Archivio di Stato di Modena, in via Cavour 21. Verrà presentato il volume di Bruno Capaci e Patrizia Cremoni “Cito cito volans. Lettere di guerra, cifrari e corrispondenze segrete di Lucretia Estensis de Borgia”, prefazione di Loredana Chines, postfazione di Elisabetta Selmi, saggi di Jessica Castagliuolo, Camilla Granatiero, Elena Grazioli, Maria Veronica Palma. Editore I Libri di Emil (collana “I politropi”). Il volume è l’esito della collaborazione, basata su convenzione, tra l’Archivio di Stato di Modena e il Centro studi ARCE-Archivio Ricerche Carteggi Estensi, quest’ultimo istituito appositamente per lo studio delle ricchissime e preziosi fonti documentarie sedimentate nel vasto fondo dell”Archivio Segreto Estense”, conservato dall’Archivio di Stato di Modena.

Aspetto fondamentale dell’epistolario di Lucrezia Borgia è l’assenza di qualsiasi segno di donna relicta, di eroina che scrive per compiangersi – racconta Bruno Capaci, Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica – La dimensione diplomatica della lettera soffoca in parte l’abbandono all’autocommiserazione, rafforzando nello stesso tempo l’ethos di chi scrive a contatto con le esperienze più gravi della propria esistenza. Così, mancando il compianto, si accentua la dimensione individuale dello scrivere con ferma mano e diremmo ferma voce, solo a tratti incrinata da una piega malinconica del discorso che viene subito rassettata.

Di grande interesse il cifrario tra la duchessa Lucrezia Borgia ed il consorte Alfonso I d’Este – prosegue Patrizia Cremonini, direttrice dell’Archivio di Stato di Modena – Databile al 1512, si discosta dai cifrari sin qui considerati, un codice basato non sul principio della scrittura cifrata, ossia della sostituzione di un testo in chiaro con stringhe di segni senza apparente significato, bensì sul principio della scrittura dissimulata, in base al quale un testo scritto in in chiaro ha in realtà un senso diverso da quello fintamente comunicato.