L’acqua sempre più protagonista del cambiamento climatico, come elemento indispensabile per la vita sulla terra e per la sua fragilità tra siccità e nubifragi, fenomeni che hanno interessato in modo sempre più frequente in questi ultimi anni anche l’Emilia-Romagna. Un tema al centro dell’agenda regionale che ha improntato la sua azione alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico con una strategia che interessa 15 settori – tra mondo produttivo, agricoltura, mobilità, sicurezza del territorio e gestione delle risorse – e ha l’obiettivo di ‘mappare’ tutte le attività della Regione per misurarne e contenerne l’impatto ambientale.

Il mondo della ricerca, le associazioni di categoria, i tecnici, alla presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dell’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e del prorettore per la Ricerca dell’Università di Bologna, Antonino Rotolo, si sono incontrati oggi a Bologna per fare il punto e condividere le conoscenze più attuali sul tema delle acque sotterranee alla sfida del cambiamento climatico.

“Dall’ultima Assemblea generale dell’Onu alle manifestazioni pacifiche dei giovani dei ‘Fridays for future’- afferma Bonaccini- l’emergenza imposta dalla lotta al cambiamento climatico è sempre più centrale nelle politiche dei Paesi del mondo. Un impegno urgente e indifferibile che come Emilia-Romagna abbiamo affrontato da inizio legislatura mettendo in campo azioni a tutto tondo. A livello internazionale, dall’immediata adesione, nel 2015, all’Under2Mou – che raccoglie ormai 206 Paesi, Regioni e Governi territoriali uniti nella sfida globale al climate change – e l’ingresso nel gruppo direttivo lo scorso anno composto da 19 Paesi nel mondo; agli accordi di cooperazione economica, che guardano alla sostenibilità, con importanti regioni del mondo dal Gauteng in Sud Africa, a Zheijang e Guandong in Cina. E soprattutto, la Data Valley al tecnopolo di Bologna con il Centro meteo europeo, l’Agenzia nazionale ‘Italia Meteo’ e il supercomputer Leonardo in arrivo, che collocano l’Emilia-Romagna al 5^ posto nel mondo per capacità di calcolo e immagazzinamento dati, facendone una super potenza per l’elaborazione di dati meteo indispensabili per contribuire alla lotta al cambiamento climatico”.

“Sul piano locale- prosegue il presidente- abbiamo preso quest’anno un impegno formale attraverso la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale, un’assunzione di responsabilità che segue una stagione di pianificazione strategica che guarda al futuro e punta su un modello di sviluppo centrato su sostenibilità ambientale e ‘green economy’ di cui la strategia di mitigazione a adattamento al cambiamento climatico costituisce un importante tassello. Infine, per restare più strettamente al tema acqua, abbiamo potenziato di recente il sistema di allertamento e pianificazione dell’emergenza portando da 30 a 15 minuti i tempi di lettura dei dati sulle precipitazioni per intervenire più velocemente in caso di emergenza”.

Nel corso del convegno sono state illustrate le ‘buone prassi’ messe in atto dalla Regione Emilia-Romagna, tra cui la ricarica delle falde della conoide del Marecchia.

“Innovazione, risparmio, stoccaggio e riutilizzo della risorsa idrica- sottolinea l’assessore Gazzolo- sono le risposte agli scenari di cambiamento climatico in corso e alla necessità di accrescere la resilienza dei territori. La nostra Regione ha già raggiunto risultati importanti con progetti di ‘water banking’ come la ricarica delle falde che contribuisce anche a migliorare lo stato ecologico del fiume e a ridurre le concentrazioni di nitrati: serve proseguire il percorso intrapreso verificando la possibilità di esportare in tutto il territorio le buone pratiche già avviate”.

 

I temi affrontati

Obiettivo dell’incontro di oggi consolidare la collaborazione tra mondo della ricerca applicata e tecnici, un sodalizio che ha già dato importanti risultati nella sperimentazione di ricarica artificiale degli acquiferi, una tecnica che può aumentare la disponibilità delle acque sotterranee in modo sostenibile e a basso costo e contrastare così i fenomeni di siccità, migliorando al tempo stesso lo stato ambientale dei corsi d’acqua.

In regione, la siccità 2017 comportò interventi per 13,4 milioni di euro nella sola fase emergenziale dell’estate, di cui oltre il 60% solo per l’Emilia occidentale, rendendo necessario lo stanziamento di fondi per 1,8 milioni di euro per i danni causati nel settore agricolo.

Necessario quindi un cambiamento di approccio verso gli effetti delle siccità prolungate che devono essere affrontate non solo in emergenza ma in modo strategico come manifestazioni del cambiamento climatico in atto. Ecco perché è indispensabile disporre di dati di pronta applicazione per il monitoraggio dei fattori che predispongono al deterioramento quantitativo e qualitativo della risorsa acqua, specialmente quando è in relazione alla variabile clima, e adottare misure di prevenzione – adattamento e mitigazione – così come prevede la strategia regionale.