Tra il novembre del 2014 e il febbraio del 2018 ha “collezionato” oltre 2 anni di reclusione e 4.000 euro di multa: dall’altra mattina una 30enne originario del trevigiano e residente a Reggio Emilia si trova ristretta presso il carcere del capoluogo reggiano dove è stato condotto dai carabinieri della stazione di Reggio Emilia che l’hanno tratta in arresto in esecuzione di un provvedimento restrittivo emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale preso la Corte d’Appello di Bologna per una serie di reati che spaziano dalla rapina in concorso con lesioni personali aggravate alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La rapina, commessa in concorso con 2 uomini ed una donna, è avvenuta nel tardo pomeriggio del 17.11.2014 presso l’Ikea di Parma. I 4 dopo aver caricato due carrelli con merce per oltre 1.700 euro cercavano di passare dall’uscita senza acquisiti venendo fermati dall’addetto alla cassa che aggredivano mandandolo in ospedale dove riportava una prognosi di 7 giorni. Grazie all’addetto alla vigilanza e all’immediato intervento dei carabinieri i 4 venivano fermati e arrestato con l’accusa di concorso in rapina.

Dopo 4 giorni di carcere la donna veniva rimessa in libertà. Quindi l’iter processuale con la condanna della 30enne a un anno di reclusione e 400 euro di multa. Il giorno di San Valentino del 2018 la stessa 30enne veniva arrestata a Reggio Emilia per detenzione ai fini di spaccio di oltre mezzo chilo di droga (100 grammi di hascisc e 440 grammi di marjuana). Dopo quasi 5 mesi di carcere in regime cautelare la donna veniva scarcerata. Quindi l’iter processuale con la condanna a 1 anno e 2 mesi di reclusione e 3.600 euro di multa.

Le due condanna divenute esecutive hanno visto l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna emettere, dopo aver disposto l’unificazione delle pene, il provvedimento d’esecuzione delle pene concorrenti che è stato trasmesso ai Carabinieri di via Adua che l’altra mattina hanno rintracciato la 30enne dando esecuzione al provvedimento conducendo la donna dapprima in caserma e dopo le formalità di rito in carcere per l’espiazione della pena che detratti i 5 mesi pre-sofferti la vedono dover scontare ancora un anno e 9 mesi di carcere.