Natale per l’Emilia è un progetto di welfare aziendale lanciato a seguito del terremoto del 2012 dalle cooperative Eortè e Vagamondi, insieme all’associazione Venite alla Festa e al GAS La Festa.
La cooperativa sociale Eortè, che gestisce operativamente l’iniziativa, è un progetto di impresa sociale con sede operativa a Carpi, che offre servizi alle persone e alla famiglia, per promuovere un’economia alternativa.
Principi fondanti di questo nostro progetto sono l’equità (la nuova impresa deve tenere conto delle esigenze del consumatore e del produttore in quanto persone), il rispetto per l’ambiente (nell’ottica della sostenibilità), il recupero del legame sociale come presupposto indispensabile della qualità della vita: principi che vorremmo anteporre alla ricerca del profitto personale ad ogni costo.

Il progetto di Natale per l’Emilia era nato dalla volontà di creare delle ceste natale con prodotti provenienti da aziende colpite dal sisma emiliano, dando così sostegno economico alle imprese che versavano in difficoltà.
Con il tempo il progetto si è ampliato, e oggi offre confezioni natalizie contenenti prodotti di aziende emiliane e del centro Italia, selezionate sulla base della cura del loro lavoro, della qualità e della trasparenza della filiera, e delle garanzie per i lavoratori e l’ambiente.
Seguendo questo spirito, Natale per l’Emilia si pone anche un obiettivo a più ampio respiro: donare ogni anno parte del proprio ricavato a progetti ed associazioni impegnate in iniziative con un forte valore sociale.
Per questo, per il 2019, Natale per l’Emilia ha scelto di destinare la propria donazione alla costruzione di un impianto idrico nel villaggio di Tuire, a Tenkodogo in Burkina Faso.
L’iniziativa fa parte dei progetti realizzati dall’associazione modenese di volontariato Ho Avuto Sete, in linea con l’obiettivo 6 dell’agenda ONU 2030, relativo all’estensione dell’accesso all’acqua potabile a tutta la popolazione mondiale.

Secondo i dati Unicef, 663 milioni di persone nel mondo sono esclusi dall’accesso all’acqua potabile. A questo dato si aggiunge il fatto che 1,7 miliardi di persone vivono in aree considerate a rischio di siccità a causa dei cambiamenti climatici e dell’eccessivo sfruttamento delle falde e degli specchi d’acqua, mentre almeno 1,8 miliardi di persone hanno accesso a fonti idriche contaminate in qualche misura da colibatteri fecali.
Questo fa sì che ogni giorno circa 700 bambini tra 0 e 5 anni muoiano a causa di malattie veicolate dall’acqua impura.

Ho avuto Sete è un’associazione di Volontariato che realizza progetti umanitari ed eventi culturali. In particolare è impegnata a portare l’acqua potabile dove manca, realizzando impianti idrici (principalmente in Burkina Faso, Benin, Sud Sudan, Malawi e Tanzania), oltre al sostegno di piccoli progetti sanitari e di sviluppo dell’economia locale. Dal 2012 ad oggi ha ultimato 36 progetti ed ha in corso altri 5 progetti in fase di completamento.

L’interesse e l’impegno per il Burkina Faso nascono dalla drammatica condizione ambientale che affligge il Paese e la sua popolazione.
Secondo l’ISU (Indice di Sviluppo Umano), il Burkina Faso si trova in classifica al 181° posto, presentandosi come uno dei paesi più poveri del mondo, in cui l’aspettativa di vita alla nascita sfiora a stento i 50 anni. La mortalità infantile si attesta infatti a circa il 92 per mille, soprattutto a causa della continua diffusione di gravi malattie endemiche e alla carenza della diffusione di adeguate strutture sanitarie, soprattutto nelle aree più periferiche del Paese.
In questo scenario, inoltre, l’agricoltura di sussistenza locale non è in grado di rispondere alle esigenze alimentari della popolazione, soprattutto perché martoriata dalle ricorrenti e catastrofiche siccità, nonché dal processo di desertificazione delle terre.
La mancanza di acqua potabile rappresenta quindi il problema principale in Burkina Faso, a cui si somma la mancanza di infrastrutture che ne garantiscano la corretta gestione.

La realizzazione di strutture che permettano la presenza e la distribuzione di acqua potabile è un passo fondamentale per migliorare le condizioni di vita dell’intero Paese.
Per questo, l’operato di Ho Avuto Sete risulta essere di enorme importanza, e Natale per l’Emilia ha voluto appoggiare e sostenere questi sforzi con il suo contributo alla costruzione dell’impianto idrico per il villaggio di Tuire.

Lo scopo generale dell’azione proposta è quello di consentire l’accesso all’acqua potabile nel villaggio di Tuire, e migliorare le condizioni igienico sanitarie dell’intera comunità. Un in impianto idrico di questo tipo è in grado di fornire acqua potabile da un minino di 500 persone a un massimo di un paio di migliaia.
I beneficiari del progetto saranno le centinaia di abitanti del villaggio, che potranno usufruire di acqua potabile e non contaminata, e i giovani del luogo, che verranno coinvolti nelle attività di sensibilizzazione che fanno da cornice al progetto.
Per garantire il successo di questa iniziativa infatti verrà realizzata una campagna di sensibilizzazione in grado di promuovere l’utilizzo di corrette pratiche igienico sanitarie nelle scuole dei tre villaggi.

L’inaugurazione del pozzo è prevista per marzo 2020, quando i volontari dell’Associazione si recheranno in Burkina Faso ad inaugurare l’opera.