Arrestato dalla Polizia di Stato un presunto trafficante di stupefacente nigeriano gravemente indiziato di importare a Reggio Emilia importanti carichi di marijuana, attraverso giovanissimi corrieri connazionali. Curiose anche le modalità utilizzate dai corrieri per occultare l’odore dello stupefacente: profumi sulle confezioni o parti di carcasse di animali negli zaini.

In particolare, mercoledì, nell’ambito di articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, la Squadra Mobile procedeva all’arresto di due cittadini nigeriani sorpresi a detenere, complessivamente, 900 grammi di marijuana.
Il primo arrestato, I.I.U., 36enne, è stato rintracciato presso il parco di Marte con indosso alcune dosi di marijuana già pronte per la cessione. La successiva perquisizione domiciliare delle abitazioni, site in via Turri e via Magenta, nella disponibilità dell’arrestato (formalmente residente in via Turri) consentivano di rintracciare un secondo soggetto J.A., 25enne, anch’egli tratto in arresto poiché nella abitazione si rinvenivano 800 grammi, circa, di marijuana.

Il primo (I.I.U.), in particolare, era monitorato da tempo dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia coordinata dalla Procura della Repubblica, poiché organizzatore e destinatario di vari carichi di marijuana importati a Reggio Emilia e precisamente: il 22 ottobre scorso di chilogrammi 2,929 – nella circostanza veniva tratta in arresto il corriere F.N.E., 22enne nigeriana -, il 16 novembre di chilogrammi 1,1127 – quando veniva tratto in arresto il corriere C.E., pure lui nigeriano 27enne – e l’8 dicembre scorso di chilogrammi 2,140 – nella circostanza veniva tratto in arresto il corriere M.F., pure lui nato in Nigeria 30 anni or sono.

L’operazione ha certamente inferto un grave colpo al traffico di marijuana cittadino. Dalle indagini, infatti, emergeva come – a causa dei plurimi sequestri operati – non si trovasse a Reggio Emilia marijuana da acquistare, tanto che l’arrestato aveva dovuto ampliare il proprio raggio di azione, mandando i propri corrieri a Roma per procacciarsi lo stupefacente.