Martedì 17 lezione di legalità alla scuola media di Massenzatico, che fa capo all’Istituto Comprensivo “Galileo Galilei”. Per il quattordicesimo anno consecutivo, alunni, docenti, genitori ed esperti del settore, dedicheranno un’intera giornata di studio sul tema del bullismo.

“La prevenzione del bullismo è un fatto di cultura, una pratica di quotidianità, che alla Galilei portiamo avanti senza infingimenti, ha affermato il prof. Giorgio Cangiano, curatore del progetto e referente d’Istituto per la promozione ed il coordinamento delle attività volte al contrasto del bullismo e del cyber bullismo. Un problema per poterlo risolvere occorre conoscerlo, occorre guardarlo da una visuale diversa, non tradizionale. Per arginarlo occorre una rete di risorse integrate, capace di affrontare le varie problematiche che di volta in volta si presentano. Alcuni aspetti comportamentali degenerativi, manifestati da tanti nostri ragazzi, sono il risultato di fattori educativi non corretti a monte. È fondamentale, quindi, abituarli fin dalla più giovane età alle buone prassi. La cultura della legalità, della prevenzione e del rispetto è l’antidoto contro ogni forma di violenza e di prevaricazione. Un invito alle vittime di non nascondersi chiudendosi nella solitudine e subire passivamente ma, parlare sempre con la famiglia, l’insegnante, i bidelli, l’allenatore, l’adulto di riferimento, i compagni; raccontare ciò che gli succede. Il silenzio, lo ribadiamo da sempre – ha proseguito Cangiano – è il miglior alleato del bullo. Essere vittima di tali fenomeni può portare a sensi di colpa, scarsa autostima, fobie, senso di rassegnazione e disturbi comportamentali. Non sentirti mai in colpa! Se ti capita di essere vittima di bullismo non è colpa tua”.

“Il bullismo è un fenomeno sociale ben preciso da non confondere con la delinquenza comune, la microcriminalità. Ha peculiarità ben precise: intenzionalità, sistematicità, asimmetria di potere fra le parti coinvolte. Ci sono diverse forme di bullismo: diretto, verbale, indiretto e ora sempre più il “cyber”, cioè sviluppato attraverso la rete, tramite i social network. Si tratta di un atto di prevaricazione e violenza, intenzionale ripetuto nel tempo, compiuto da un soggetto “forte“ (bullo) nei confronti di persone più deboli (vittima). Il bullismo è trasversale. I bulli sono di solito persone conosciute dalla vittima: compagni di classe sia maschi che femmine, conoscenti e non solo, che il più delle volte agiscono in gruppo. I genitori gli insegnanti o l’adulto di riferimento, devono imparare a cogliere i segnali che i ragazzi possono mandare o nascondere. Occorre partire da una efficace azione comunicativa, condividere strategie educative funzionali in base agli elementi emergenti; occorre fare sistema, monitorare costantemente la situazione, il clima del gruppo classe e quello scolastico più in generale. A questo scopo, anche quest’anno – ha proseguito Cangiano –  nei giorni scorsi abbiamo avviato una rilevazione, un questionario anonimo rivolto alle classi prime in entrata per comprendere meglio la percezione che i ragazzi hanno del fenomeno bullismo. I risultati, lusinghieri, oggetto di analisi all’interno dei Consigli di classe permetteranno di delineare insieme, ulteriori e più rapide azioni d’intervento, a completamento di quelle che già quotidianamente vengono messe in campo e attualizzate”.

La mattinata aprirà ufficialmente, alle ore 9,00, con l’intervento di Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia e dell’Assessore alla Conoscenza e all’Educazione, Raffaella Curioni, la quale incontrerà gli studenti delle classi prime e seconde. Assisteranno alla performance proposta dagli alunni di 1^ F i quali, guidati dalla prof.ssa Barbara Degni, presenteranno, dal libro di Cristina Stocchi “Favole in Wi fi, la rielaborazione di un brano su come difendersi dalle insidie della rete. Per la loro performance gli alunni utilizzeranno la tecnica narrativa orientale dello Kamishibai, che prevede l’uso di un teatrino. Esprimibile come “spettacolo teatrale di carta”, forma di narrazione che ha avuto origine nei templi buddisti nel Giappone del XII secolo, dove i monaci, utilizzavano gli emakimono per narrare storie dotate di insegnamenti morali. Gli ospiti saranno accolti dalla dirigente scolastica Rosaria Perillo, dalla vicaria Rita Martino e dalla referente progetti Silvia Regnani, dopo aver inaugurato la mostra di disegni ed elaborati grafico-pittorici prodotti dai ragazzi durante le ore di Arte, depositeranno un bigliettino contenente una riflessione sul tema della giornata, sull’albero dell’antibullismo allestito nell’atrio della scuola.

Alle ore 10,00 intervento molto atteso quello del Commissario Capo Carlo Maria Basile – Dirigente dell’Ufficio Volanti che incontrerà gli alunni delle classi terze e illustrerà loro il decalogo da seguire nel caso in cui si è vittima di azioni riconducibili al bullismo e si soffermerà sulle nuove forme di bullismo elettronico, il cosiddetto cyber bullismo. Nello specifico tratteggerà sui rischi della rete e dei social network in generale, invitandoli a riflettere. Durante il normale orario di lezione ciascun insegnante è impegnato a trattare il tema del bullismo secondo la modalità didattica che ritiene più opportuna: letture, discussione, commento di articoli di giornale, circe-time, flipped classroom, simulazione, visione di filmati…

L’intervento della Questura sarà preceduto dalla reinterpretazione scenica, a cura dei ragazzi di 2^F: “Mi chiamo Giancarlo Catino e credo nell’amicizia”, monologo recitato qualche anno fa da Paola Cortellesi in occasione della Giornata Nazionale contro il bullismo.
L’insegnante della prima ora consegnerà agli alunni i seguenti elementi simbolici, individuati per celebrare la giornata: una locandina realizzata dai ragazzi di prima E/F da esporre all’esterno dell’aula, per simboleggiare il “NO” della classe ad eventuali episodi di bullismo; una molletta da bucato da “indossare”, simbolo dello slogan metaforico “Stendiamo il bullismo”.
Già da alcuni giorni gli alunni hanno allestito “l’albero antibullismo” con una frase sul tema della giornata. Mentre nell’atrio della scuola sono esposti disegni, cartelloni, testi, acrostici, rappresentazioni grafiche a cui hanno collaborato tutti i docenti.