Poco meno di mezzo miliardo, per la precisione 496 milioni di euro. È quanto i modenesi spendono per il proprio benessere, stando ad un’analisi che l’Ufficio Studi della CNA di Modena ha condotto a partire dal primo “rapporto sull’economia del benessere” realizzato da una multinazionale dell’elettronica di consumo.

La ricerca evidenzia che sette italiani su dieci manifestano sempre più attenzione per il proprio stato di salute: il 70% è sempre più attento alle scelte alimentari, mentre oltre il 30% dedica almeno un quarto della propria giornata alla cura del corpo. Il 39% della spesa in benessere è destinato alla sana alimentazione (compresi i piccoli elettrodomestici per mangiare sano), il 21% all’attività fisica, l’12% alla gestione dello stress e il 3% al sonno. Il 24% della spesa in benessere – parliamo di 119 milioni di euro, esclusi i prodotti cosmetici – è invece quanto i modenesi “investono” nella cura del corpo, settore dove estetica e acconciatura la fanno da padrone, con  3.000 imprese in provincia che danno lavoro a quasi 6.000 addetti.

Piacere a sé stessi e sentirsi a proprio agio con gli altri è una priorità specialmente per i più giovani. Il 55% si sottopone a trattamenti estetici in centri appositi, il 41% acquista dispositivi per la cura del corpo (massaggiatori, idropulsori, epilatori. La ricerca evidenza anche che gli italiani avvertono lo stress e la necessità di recupero dell’equilibrio psicofisico. Ben uno su tre dichiara di soffrire di stress, percentuale che tra le donne si attesta al 42% contro il 22% degli uomini.

“Sono dati che confermano quanto sosteniamo da tempo – sottolinea Luana Franzoni, Presidente di CNA Modena Unione e Benessere, che associa le imprese del settore – L’immagine rappresenta un elemento fondamentale per vivere meglio ogni relazione con sé stessi e con il prossimo. Un aspetto più curato migliora la qualità della vita degli individui di ogni età e ceto sociale, come conferma il fatto che nell’ultimo decennio siano aumentati sia centri estetici che la richiesta di trattamenti”.

Un mercato in crescita che, però, ha un lato negativo: la presenza di un abusivismo più o meno marcato che penalizza chi lavora con professionalità e nel rispetto delle regole. “Un danno economico per noi, ma tanti rischi per i consumatori che fanno riferimento a situazioni… poco chiare. Mi sento di dare un consiglio in proposito: il benessere, anche quello estetico, non è una questione di prezzo. Meglio un trattamento in meno, eseguito con prodotti sicuri e personale qualificato, che correre rischi anche seri”.

“In ogni caso – conclude Franzoni – la ricerca conferma ancora una volta la grandissima importanza del ruolo che l’estetista svolge oggi nel contesto sociale ed economico. Per questo credo che, oggi più che mai, sia necessario sostenere le aziende di settore e le giovani operatrici che si stanno formando. In che modo? Ad esempio, attraverso una seria revisione delle modalità formative per meglio cogliere l’evoluzione di un mercato più esigente e consapevole e praticare una professione a garanzia del benessere dei consumatori. Anche per questo abbiamo chiesto al Comune di Modena di rivedere il regolamento che norma queste attività professionali”.