Per i sindacati Cgil e Cisl del Frignano e le loro federazioni dei pensionati Spi-Cgil e Fnp-Cisl, l’Appennino è un territorio in grave difficoltà. La politica, nelle dichiarazioni, afferma che bisogna investire per invertire un declino soprattutto legato alla denatalità, all’invecchiamento della popolazione e allo spopolamento.
La regione Emilia Romagna ha stanziato risorse importanti, per intervenire sul dissesto e sulla tassazione di favore, ma sono ancora misure insufficienti per invertire la rotta.

L’area del Frignano composta dai dieci comuni dell’Unione (Fanano, Sestola, Montecreto, Pievepelago, Riolunato, Fiuumalbo, Pavullo, Serramazzoni, Polinago, Lama Mocogno) fatica a trovare una sintesi che permetta la realizzazione di un progetto unitario di rilancio di questo territorio. “La diversità di posizione e di pensiero dei diversi amministratori – affermano Marinella Ricci e Nino Ricci (Cgil) e Vincenzo Tagliaferri e Osvaldo Scaruffi (Cisl) – oltre ad essere inspiegabile, se non con antichi campanilismi oggi assolutamente antistorici e fuori luogo, è molto dannosa per lo sviluppo uniforme del territorio.

Nei confronti sui bilanci dei singoli comuni, emerge chiaramente la difficoltà nel fare quadrare i conti, è sempre più difficile trovare risorse, per qualsiasi politica sociale sul territorio.

Servizi, sanità, infrastrutture, lavoro, dissesto idrogeologico, tassazione di favore, assetti istituzionali, sono temi posti più volte dalle parti sociali nei confronti con i singoli comuni e la Unione.

“Visto l’esito infruttuoso del confronto a tutti i livelli – continuano i sindacalisti – sorge il dubbio che probabilmente non è solo un problema di volontà, ma anche di qualità e competenza delle amministrazioni locali”.

“È inspiegabile – affermano i sindacalisti di Cgil e Cisl – l’attuale situazione dei medici di famiglia. La politica e le amministrazioni locali non riescono a dare una risposta definitiva ai tanti mutuati. I cittadini di Polinago sono costretti a doversi confrontare ogni giorno della settimana con un medico diverso, senza avere la certezza di un rapporto medico paziente assolutamente necessario per la continuità dell’assistenza medica. Tale problema si presenterà anche in altri comuni del Frignano, che vedono la presenza di medici vicino alla pensione. La  soluzione, recentemente individuata per Polinago, è anch’essa provvisoria, non coglie la necessità di un territorio che sta invecchiando, che necessità di una presenza sanitaria costante ed efficace”.

Il dibattito, in campagna elettorale si è concentrato sull’ospedale e il punto nascite, sicuramente argomento importante e probabilmente di grande visibilità, ma nessuno ha posto il problema sulla carenza di medici e specialisti che coinvolge migliaia di mutuati.

Cgil e Cisl del Frignano insieme ai sindacati pensionati di Spi-Cgil e Fnp-Cisl, sollecitano direzione del Distretto Sanitario e i sindaci a trovare rapidamente una soluzione.

L’abbandono del territorio si ferma e le politiche d’incentivo, a chi viene a vivere o a investire, hanno efficacia, se si hanno le garanzie d’avere i servizi necessari.

La Regione sicuramente ha un ruolo determinante nel sostenere con delle risorse, ma anche il territorio può e deve fare la sua parte. Un Patto di Comunità per l’Appennino è quello che da tempo sollecitano le parti sociali, sindacati e associazioni d’impresa.

L’Unione ha ancora un presidente “provvisorio”. Dopo le ultime elezioni di maggio 2019, non c’è stata ancora una decisione definitiva rispetto a chi deve ricoprire il ruolo.

Le gestioni associate per i sindacati territoriali, sono determinanti per garantire efficienza e sostenibilità delle amministrazioni, non si comprende la posizione di alcuni comuni che assumono decisioni indipendenti. “Auspichiamo – concludono i sindacalisti – un miglioramento delle relazioni sindacali attualmente non particolarmente positive, speriamo in un cambiamento nella direzione di un Patto per lo sviluppo utile ad un deciso cambio di passo”.