“In un Paese dove la senatrice Liliana Segre è costretta a muoversi sotto scorta a causa delle minacce ricevute, dove ogni giorno si moltiplicano i segnali di odio e xenofobia, dove i razzismi sembrano non estinguersi mai, tornando anzi a rialzare la testa, viaggi come questo rappresentano una grande opportunità per nutrire la pianta della Memoria e della conoscenza della storia. Rappresentano uno strumento fondamentale per formare gli uomini e le donne di domani, affinché quello che è stato non accada mai più e la democrazia e il rispetto della vita umana prevalgano sempre sull’odio e sulla violenza”: con queste parole il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini sottolinea l’importanza di Storia in viaggio. Da Fossoli a Mauthausen, il progetto promosso dalla Fondazione Fossoli la cui quarta edizione si svolgerà dal 27 febbraio al 2 marzo, coinvolgendo circa 500 tra studenti e docenti degli istituti superiori di Modena e provincia, in un itinerario che, in cinque giorni, toccherà i luoghi della memoria tra Italia, Germania e Austria, sulle tracce dell’universo concentrazionario nazifascista.

La cerimonia di partenza avrà luogo la mattina di giovedì 27 febbraio, alle ore 8:30, presso il Campo di Fossoli, a Carpi. Sul palco per salutare gli studenti, insieme al Presidente della Fondazione Fossoli Pierluigi Castagnetti, al Vescovo di Modena Erio Castellucci, al Rabbino capo di Modena Beniamino Goldstein e all’Assessore alla Cultura del Comune di Carpi Davide Dalle Ave, anche il Presidente Bonaccini, che aggiunge: “Proprio perché comprendiamo a fondo il valore di queste iniziative, in Emilia-Romagna abbiamo approvato una legge sulla Memoria del Novecento, e negli ultimi cinque anni la Regione ha quintuplicato i fondi per sostenere i viaggi della memoria nei campi dello sterminio nazista, nei luoghi dell’orrore delle foibe e della pulizia etnica nei Balcani. Impegno che vogliamo rafforzare, perché siano sempre di più i ragazzi a poter partire, affinché coltivino il senso della storia diventando portatori di valori quali pace, democrazia, contrasto all’odio, razzismo e xenofobia, che non possono essere cancellati dall’ignoranza o dal revisionismo dettato dal rancore politico. Ed è oltre modo significativo che la partenza sia dal Campo di Fossoli, luogo che, come Regione, insieme alla Presidenza del Consiglio siamo impegnati a conservare e valorizzare”.

Le tappe del viaggio, che toccherà alcune tra le città simbolo del regime quali Monaco di Baviera, Linz, Salisburgo e Innsbruck, rappresenteranno un vero e proprio percorso all’interno dell’universo concentrazionario, con un’attenzione dedicata a diversi aspetti della macchina di morte nazista, non limitandosi esclusivamente alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei, ma venendo a contatto anche con temi quali il lavoro coatto e la famigerata Aktion T4, che portò l’uccisione di migliaia di persone affette da malattie genetiche inguaribili e di portatori di handicap, tutte “vite indegne di essere vissute” secondo la visione dell’eugenetica nazista, senza dimenticare la sorte riservata agli internati politici. Tra le tappe, i campi di Mauthausen, Gusen, Dachau, Ebensee, oltre al castello di Hartheim.

Da sottolineare inoltre come i cinque giorni del viaggio – che, lo ricordiamo, vede coinvolti 30 istituti superiori dei territori di Carpi, Castelfranco, Finale Emilia, Mirandola, Modena, Montombraro, Pavullo, Sassuolo e Vignola – non rappresentino che il culmine di un percorso di formazione molto più ampio, che ha preceduto per mesi la partenza e che, per tutti i partecipanti, ha previsto tre specifici momenti: uno in classe, in cui ogni scuola ha ‘adottato’ un testimone transitato dal Campo attraverso la letture della sua biografia o autobiografia), la visita al Campo di Fossoli, per comprendere il ruolo giocato dall’ex Campo di concentramento nel sistema concentrazionario europeo, e la conferenza del professor Francesco Mario Feltri sulle origini del nazismo nei primi decenni del secolo scorso.

Formazione che proseguirà anche durante il viaggio, con la presenza di cinque storici – Elisabetta Ruffini, Francesca Costantini, Emanuele Edallo e Roberta Mira – insieme agli stimoli degli operatori della Fondazione Fossoli e alla possibilità di partecipare ai numerosi laboratori, come quelli di giornalismo, curato da Marcello Marchesini, fotografia, condotto da Stefania Lasagni insieme a Massimo Mazzoli, oltre a quello di produzione multimediale, curato da Roberto Zampa e Giovanni Vignali.

“L’obiettivo del progetto è quello di confrontarsi con la più grande tragedia del Novecento – spiega la direttrice della Fondazione Fossoli Marzia Luppi – e farlo coniugando il rigore del metodo storico con le testimonianze e la visita in prima persona ai luoghi in cui gli orrori della Shoah hanno trovato terreno fertile, in cui l’inimmaginabile è stato concepito e ha trovato attuazione concreta. In una contemporaneità in cui troppo spesso una semplificazione eccessiva rischia di banalizzare quanto è accaduto, il confronto con la complessità del fenomeno della deportazione è una tappa fondamentale di quella salvaguardia della memoria che rappresenta il compito principale della Fondazione Fossoli. Un’esperienza che da anni riesce a coniugare coinvolgimento emotivo e capacità di trasmissione della conoscenza, per coinvolgere le giovani generazioni attraverso la testa e il cuore. Comprendere quali meccanismi si misero in moto allora diviene così un strumento in più per poter leggere anche il nostro presente, con le sue dinamiche e i suoi pericoli. Tanto più oggi, nell’epoca in cui vanno scomparendo gli ultimi testimoni diretti”.

Ultimo ma non meno importante: l’esperienza maturata durante viaggio sarà elaborata nelle varie classi al ritorno, per poi essere condivisa anche al ritorno in un momento pubblico di restituzione, che si svolgerà giovedì 30 aprile presso il Teatro Comunale di Carpi.