E’ quanto chiede l’ordine del giorno proposto in Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 27 febbraio, da Tommaso Fasano (Pd) e sottoscritto dai gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica) e dal Movimento 5 stelle. Il documento è stato approvato con il voto a favore dei gruppi proponenti; contrario il gruppo Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia e astenuto quello di Lega Modena.

Nel testo si sottolinea che obiettivo principale del Patto per la scienza è portare le evidenze scientifiche alla base delle scelte legislative e di governo e si invita l’Amministrazione a promuovere e realizzare, anche in collaborazione con Unimore, enti e associazioni scientifiche, programmi di informazione scientifica per la cittadinanza, a partire dalla scuola dell’obbligo e per tutte le fasce d’età. Si invita inoltre, ad attivarsi presso tutti i livelli istituzionali affinché la comunità scientifica modenese possa ricevere finanziamenti adeguati all’importanza del lavoro svolto. Presentando il documento, il consigliere Fasano ha ricordato i contenuti dell’appello che l’associazione Patto trasversale per la scienza ha rivolto a tutte le forze politiche italiane nel gennaio 2019 al quale, appunto, l’ordine del giorno chiede di aderire. Nei suoi cinque punti l’appello afferma che “tutte le forze politiche si impegnano a sostenere la scienza come valore universale di progresso dell’umanità che non ha alcun colore politico”; che nessuna forza politica si presta a “sostenere o tollerare forme di pseudoscienza e di pseudomedicina che mettono a repentaglio la salute pubblica”; che tutte le forze politiche si impegnano a governare e legiferare “in modo da fermare l’operato di quegli pseudoscienziati che creano paure ingiustificate nella popolazione nei confronti di presidi terapeutici validati dall’evidenza scientifica e medica”; tutte le forze politiche si impegnano, inoltre, a implementare programmi capillari di informazione sulla scienza coinvolgendo media, divulgatori e comunicatori e si impegnano per assicurare alla scienza adeguati finanziamenti pubblici, a partire da un immediato raddoppio dei fondi ministeriali per la ricerca biomedica di base.

Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha affermato che “siamo, ancora una volta, sul pericoloso terreno della censura, con il coinvolgimento della politica che può usare questo strumento per tacitare l’avversario”. Vogliamo davvero – ha proseguito – che sia la politica a definire il limite tra scienza e pseudoscienza?”. Secondo la consigliera ai politici spetta fare scelte basate sull’evidenza scientifica, mentre il Patto generalizza troppo rischiando di censurare posizioni che invece sono giustificate.
Per il Pd, Ilaria Franchini ha rilevato che quanto sta accadendo a causa dell’epidemia causata dal coronavirus rende ancora più evidente l’importanza di un patto che sostiene la scienza come valore universale senza colore politico. “Finte diagnosi e ipotesi, teorie non fondate scientificamente hanno creato allarmismi ingiustificati e problemi difficili da gestire”, per la consigliera è, quindi, “necessario prendere provvedimenti nei confronti di chi si sostituisce ai medici in queste situazioni” e “migliorare la comunicazione coinvolgendo scienziati e professionisti della sanità competenti e preparati”. Ferdinando Tripi ha affermato che la pseudoscienza è quella che crea disperazione nelle persone che vi ricorrono cercando speranza, e arricchisce gli pseudomedici senza portare risultati. “Il metodo scientifico, invece, permette di rinnovare la scienza, mentre la pseudomedicina non usa il metodo scientifico e rifugge dal confronto tra scienziati che è alla base dello sviluppo della scienza”. Il Patto non mette in discussione creatività e ricerca: “invita a liberarsi dai ciarlatani, e a sviluppare e valorizzare la cultura scientifica”. Tommaso Fasano ha sottolineato che il tema proposto dal Patto “non è la scienza di Stato ma sostenere la scienza suo processo di miglioramento continuo. Calandolo nell’attualità, potremmo dire che chiediamo di sostenere chi sta studiando per trovare cure efficaci e un vaccino per il coronavirus”. Ma, ha proseguito il consigliere, aderire al Patto significa anche riconoscere l’importanza del lavoro “degli scienziati e dei ricercatori che lavorano nelle strutture universitarie e sanitarie modenesi e sostenerli”.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha definito “per certi aspetti estremista il Patto per la scienza che chiede alla politica di imporre al mondo intero una vecchia idea di scienza. Si vuole imporre – ha proseguito – una visione univoca della scienza che invece è plurale, contraddittoria e in continuo divenire, tanto che affermazioni vere fino a qualche anno fa oggi non lo sono più, e per questo non dovrebbe temere di essere confutata. Il Patto invece – ha concluso – sembra più contro che per la scienza, e sembra un tentativo del potere politico di sottomettere la scienza al proprio volere”. Dichiarandosi non convinta dall’ordine del giorno, Luigia Santoro ha affermato che riconoscere l’aborto ha diminuito la percezione della sua gravità, riducendolo a sistema anticoncezionale “cosa che la dice lunga su una società egoista volta solo al proprio appagamento senza curarsi dell’individuo più fragile che è il bambino”.
Da sempre “sosteniamo la libertà di scelta anche nelle terapie” ha detto Paola Aime (Verdi) ma “ultimamente c’è stata un’esplosione di informazioni scorrette che possono creare un danno per le persone”. Per la consigliera, nel Patto c’è, certamente, una sorta di presunzione nell’affermare la verità della scienza ufficiale, anche se la scienza, in particolare la medicina, è in continua evoluzione. “Ma lo stesso Patto chiede di sostenere la ricerca con maggiori fondi e questo è importante perché questa è la base”.
Per Giovanni Silingardi (M5s) “mai come in questo momento è importante il metodo scientifico”. Secondo il consigliere, la medicina è in costante mutamento “ma deve farlo attraverso meccanismi che garantiscono il rigore scientifico. Non c’è nulla di censorio nell’affermare che le nuove verità scientifiche devono essere supportate da questo metodo che ha reso la nostra sanità pubblica un’eccellenza a livello mondiale”. Centrale per l’approvazione del Patto è anche la rilevanza data alla richiesta di finanziamenti per la ricerca e l’istruzione, “ancora troppo bassi in Italia”.
Per Federico Trianni (Sinistra per Modena) l’affermazione che la scienza ufficiale abbia una visione univoca è sconfessata dai fatti: “Scienziati e studi, anche di rilievo, possono sostenere tesi diverse sullo stesso tema, a dimostrazione che non esiste una via segnata, ma il discrimine è sempre l’applicazione del metodo scientifico”.