Anche in questi giorni di emergenza sanitaria, i centri sociali reggiani sono protagonisti del volontariato e dell’impegno a favore della comunità, degli anziani e delle famiglie. Impossibilitati nello svolgere la loro quotidiana e abituale attività, votata alla socialità e allo stare insieme, come l’organizzazione di corsi, cene o serate informative – i 55 circoli Ancescao della provincia di Reggio Emilia si sono uniti in una gara di solidarietà collettiva, grazie alla quale sono stati raccolti 50 mila euro da donare per l’Ausl di Reggio Emilia per l’acquisto di strumentazione e dispositivi medici per la rianimazione.

“Sono stati raccolti ben 50 mila euro nei 55 centri sociali – ha detto orgoglioso il presidente provinciale Villiam Orlandini – grazie all’impegno e alla disponibilità di tutti i centri sociali Ancescao della provincia di Reggio Emilia, con grande generosità, mettendo a disposizione anche le somme più piccole, dall’euro raccolto nel pomeriggio nel gioco del pinnacolo o il ricavato dell’ultima gnoccata. La nostra sanità sta facendo uno sforzo enorme per tutti noi reggiani, e dobbiamo essere grati a medici, infermieri, personale sanitario e alle nostre strutture. Per noi è importante contribuire, è il nostro modo per testimoniare vicinanza. Crediamo che anche questo sia un modo per partecipare e per dire che siamo in un momento in cui le nostre strutture sono chiuse e i nostri soci a casa. Reggio Emilia è una terra solidale e non mancheremo mai di esserlo”.

“Voglio ringraziare di tutto cuore Villiam Orlandini, tutti i circoli Ancescao della provincia, i loro soci  – afferma il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – La gara di solidarietà alla quale stiamo assistendo è davvero commovente, ma qui c’è un ingrediente in più rispetto alle donazioni, che comunque non ci dimenticheremo mai di ringraziare, di singole realtà produttive importanti. Queste sono persone che fanno socialità nei circoli Ancescao spesso 365 giorni l’anno, che aiutano gli altri e si aiutano fra loro. Moltissime di queste persone sono tutt’altro che facoltose, ma hanno voluto donare 10, 20, a volte 50 euro per stare vicini alla nostra sanità, a chi in questo momento ne ha più bisogno, a chi soffre. È un esempio bellissimo di cosa significhi essere comunità di quelle reti sociali che, come molto spesso ci ripetiamo nei discorsi pubblici, vanno svanendo ma che a Reggio ancora in molti luoghi resistono e che io credo debbano essere portate ad esempio e supportare, perché sono una spina dorsale della nostra società”.