Apprendiamo con soddisfazione la proposta del commissario ad acta Sergio Venturi e dell’assessore alla Sanità Raffaele Donini di procedere con uno screening che prevede l’esecuzione di 100.000 esami attraverso un test sierologico al personale sanitario e socio sanitario per rendere operativo il contenuto del protocollo firmato tra le organizzazioni confederali e di categoria ed il ministro della Salute Roberto Speranza.

Un passo avanti indispensabile per la tutela della salute e della sicurezza di chi lavora nelle strutture del servizio sanitario e socio sanitario regionale e di conseguenza anche per la tutela della salute di chi si rivolge quotidianamente ad esso per ricevere le cure e l’assistenza del caso, un passo avanti che deve però vedere un piano di attuazione immediato e strutturato su tutto il territorio regionale.

Un passo avanti conseguente alla grande mobilitazione messa in atto da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL attraverso una petizione che ha già raccolto oltre 25.000 firme

Nonostante ciò, resta comunque altissima la preoccupazione per l’alta percentuale di lavoratrici e lavoratori della sanità positivi al COVID 19 che oggi risultano essere circa il 10% dei positivi complessivi della Regione ai quali si aggiungono gli operatori delle strutture per anziani, preoccupanti focolai come più volte segnalato, dei quali ad oggi non ne conosciamo compiutamente l’entità.

Un dato allarmante che fa il paio con le difficoltà a reperire i dispositivi di protezione individuale, che nelle dichiarazioni risultano essere sempre in arrivo ma nella realtà mancano sempre.  E non ci riferiamo solo alle mascherine ma anche ai camici idrorepellenti, ai calzari e a tutto ciò che occorre.

Un effetto annuncio, quello dei dispositivi in arrivo, che sta cominciando a logorare la tenuta del personale che tutti i giorni si trova in prima linea a fare i conti con questa situazione critica per la pericolosità ormai nota di questa pandemia.

(FP CGIL – CISL FP – UIL FPL Emilia-Romagna)