A seguire la lettera che CGIL, CISL e UIL Emilia-Romagna hanno inviato all’Abi regionale sull’ostruzionismo irresponsabile di molte banche, riguardo all’anticipazione degli ammortizzatori sociali. I sindacati chiedono di sbloccare subito la situazione per garantire il reddito ai lavoratori durante questa durissima emergenza.

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ABI Emilia Romagna Dott M. Bernardi

Assessore allo sviluppo economico, lavoro, formazione Regione Emilia Romagna Vincenzo Colla

Prot. CGIL/20200417/33232

Bologna, 17 Aprile 2020

In questi giorni sono giunte a tutte le strutture delle scriventi OOSS, da Piacenza a Rimini, le preoccupate recriminazioni di moltissimi lavoratori che hanno ricevuto risposte negative da parte degli Istituti di credito alla legittima richiesta di poter avviare la pratica per il riconoscimento dell’anticipazione bancaria del pagamento degli ammortizzatori sociali.

In Emilia-Romagna ci sono migliaia di lavoratori che sono a casa da quasi 2 mesi, anche da ben prima del DPCM che ha sancito il lockdown nazionale, e che alla luce della normativa contenuta nel D.L. “Cura Italia”, hanno visto i propri datori di lavoro scegliere come modalità di erogazione degli ammortizzatori sociali il pagamento diretto da parte dell’INPS senza anticipo da parte dell’azienda.

Per questi motivi, fin da subito abbiamo unitariamente sostenuto e sollecitato la definizione del Protocollo poi sottoscritto in Regione il 30 marzo u.s., che regola le procedure per l’anticipazione bancaria degli ammortizzatori, a supporto dei tanti lavoratori interessati, garantendo, nel contempo, anche la tutela degli addetti presso le filiali degli Istituti di credito attraverso l’ampia prevalenza, da noi fortemente rivendicata, delle procedure telematiche.

Da oltre 15 giorni continuano a pervenirci diffuse proteste da parte di lavoratori ai quali le banche rispondono che non sanno ancora come procedere per rendere operativo il Protocollo sottoscritto, o addirittura, di non avere avuto alcuna comunicazione in merito.

Il problema è stato a più riprese evidenziato anche alla Regione, garante del Protocollo, il cui impegno e sollecito per sbloccare la situazione è rimasto ad oggi inascoltato dal sistema bancario.

Vogliamo dirlo chiaramente: “l’ostruzionismo” da parte di alcuni Istituti di credito non è ammissibile.

E’ necessario che ABI richiami le banche alla propria responsabilità, nel rispetto di quanto sottoscritto. I lavoratori devono avere risposte certe e celeri.

Nessuno in Emilia-Romagna può essere lasciato mesi senza stipendio a lottare per sostenersi e sostenere i propri cari in un’emergenza come quella che stiamo vivendo.

Se, infatti, grazie alla contrattazione in molte aziende, soprattutto di media e grande dimensione e buona capitalizzazione, abbiamo ottenuto l’anticipo da parte dell’azienda, in molte altre ciò non è stato possibile per effetto della norma che in alcuni casi prevede il pagamento diretto da parte dell’INPS. E non è possibile proprio per tutte quelle imprese più fragili, sotto i 5 dipendenti, che fin da subito si sono scontrate con una fortissima crisi di liquidità.

Chi lavora nei settori dove è più alto il rischio di povertà lavorativa e precarietà oggi rischia di stare a casa senza stipendio fino all’intervento dell’INPS che sconta ritardi burocratici inevitabili. Questo non è accettabile.

L’Emilia-Romagna dimostri anche in questo caso di essere una Regione in cui nessuno viene lasciato solo e in cui ci si confronta e si condividono scelte dalla quali nessuno poi può pensare di tirarsi indietro per mero calcolo ed interesse.

Ci attediamo, pertanto, che ognuno per le proprie responsabilità, dettate non solo dal ruolo ricoperto, ma anche, auspicabilmente, dal senso solidaristico che dovrebbe sottendervi, una sollecita attivazione per la piena esigibilità di quanto convenuto con il Protocollo sottoscritto.

In attesa di riscontro, inviamo cordiali saluti.

I Segretari Generali CGIL – CISL – UIL Emilia Romagna, L.Giove – F.Pieri – G.Zignani