Nelle scorse settimane Rete Imprese Italia, sigla che riunisce Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam, ha ripetutamente richiesto, anche alle amministrazioni comunali,  interventi concreti a sostegno delle PMI del commercio e artigianato soffocate dal lockdown.

L’annuncio del Comune di Carpi di ridurre Cosap (tassa di occupazione suolo pubblico), Tari (tariffa rifiuti) ed Imu costituisce una prima base di partenza che accogliendo, sia pure parzialmente, le nostre richieste riscontra il favore delle associazioni economiche. Tuttavia occorrerà nei prossimi giorni riconvocare il tavolo di confronto con le associazioni per fare chiarezza sui contorni di questa manovra da un milione di euro.

“In primo luogo – spiega Rete Imprese Italia – chiediamo al Comune di sopprimere totalmente la Cosap per l’anno 2020. Per i dehor di bar e ristoranti e per tutte le imprese che utilizzano suolo pubblico per l’esercizio dell’attività. Anche l’esenzione della Tari non può essere limitata al periodo d’inattività. Devono essere introdotte delle riduzioni per l’intero anno 2020, sia sulla quota fissa che sulla tariffazione puntuale, che tengano conto dell’incremento dei conferimenti di rifiuti indifferenziati a causa dei dispositivi sanitari.

Sono infatti numerosissime le imprese che in questi mesi hanno lavorato a regime estremamente ridotto, ad esempio facendo solo attività da asporto o consegne a domicilio e, nei prossimi mesi, tutte le attività economiche dovranno affrontare misure sanitarie straordinarie che, insieme al distanziamento sociale, causeranno sicure perdite di redditività. La riduzione dell’Imu deve poi essere generalizzata a favore di tutti i proprietari di immobili che concederanno significative riduzioni dei canoni di locazione a imprese, sia del commercio che del produttivo”.

Ma la partita della ripresa delle PMI dopo il lockdown non si gioca solo sul piano della riduzione dei tributi. E’ indispensabile una semplificazione della macchina burocratica. Occorre semplificare e velocizzare le procedure e introdurre deroghe generalizzate ai regolamenti comunali vigenti.

“La burocrazia era già un costo ormai insostenibile per le imprese, figurarsi adesso al tempo del coronavirus – conclude Rete Imprese – Pensiamo, ad esempio, al regolamento dei dehor per bar e ristoranti: va riconosciuta la possibilità di ampliare spazi e orari di apertura per cercare di arginare le limitazioni alla capienza dei locali che sicuramente saranno imposte dal distanziamento sociale. Ma anche al regolamento dei barbieri, parrucchieri ed estetisti: occorrerà introdurre temporaneamente deroghe in merito a orari e giorni di chiusura. Infine pare certo che su alcuni punti specifici ci saranno interventi governativi che libereranno risorse comunali destinate al taglio dei tributi locali. Queste risorse andranno comunque vincolate al sostegno della ripresa economica delle PMI del commercio e artigianato di servizio e produttivo, ad esempio prevedendo dei contributi per gli imprenditori che devono effettuare investimenti  imposti dalle linee guida sanitarie”.