Durante il lockdown un terzo delle cooperative ha perso meno del 10% del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; un altro terzo ha subito una riduzione dei ricavi compresa tra il 10 e 30%, mentre il 15% delle cooperative ha “bruciato” oltre la metà del suo fatturato. Il 60% ha dovuto ridurre l’attività, il 24,6% è stato costretto a sospenderla.

È quanto emerge da un questionario distribuito da Confcooperative Modena alle 184 imprese associate per fare il punto della situazione dopo la fase 1 dell’emergenza sanitaria.

«L’indagine riguarda la gestione dell’emergenza Covid-19, le misure di contenimento adottate in azienda, il giudizio sui provvedimenti istituzionali e sull’azione di Confcooperative», spiega il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli.

Hanno risposto 62 cooperative, in maggioranza cooperative sociali (35%) e agroalimentari (34%), poi di servizi (16%), abitazione, cultura, turismo e sport (12%).

L’85% delle cooperative aderenti a Confcooperative Modena dichiara di aver adottato un protocollo di sicurezza per contenere il rischio Covid in azienda, mentre un altro 10% lo sta facendo in queste settimane. Per garantire la continuità del lavoro, il 52% ha adottato forme di smart working, il 22% la consegna a domicilio, il 13% ha cambiato la gestione dei turni di lavoro, scaglionando ingressi e uscite. Il 60% delle cooperative ha attivato gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e fondo integrativo salariale), in media per meno di 50 addetti a cooperativa.

Quanto ai danni economici del lockdown, il 45% ritiene di aver subito perdite irreversibili e il 34% spera di poter recuperare nel breve-medio periodo, ma c’è per fortuna un 21% di cooperative che non accusa alcuna perdita. Il 37% prevede che entro la fine dell’anno avrà perso meno del 10% dei ricavi rispetto all’anno scorso, il 44% stima un calo tra 10 e 30%, il 15% prevede perdita tra 30 e 50%. Il 36% avverte un clima di incertezza e teme un calo di attività entro fine anno, ma la stessa percentuale (36) non si aspetta riduzioni di lavoro; il 10% prevede un aumento dei costi e l’8% non esclude una revisione del proprio modello di business.

«Il 60% delle nostre cooperative non ha richiesto finanziamenti bancari, – aggiunge Golinelli – ma tra il 40% delle associate che li ha chiesti, un quinto ha lamentato problematiche per i tempi lunghi di risposta».

Rispetto ai provvedimenti istituzionali di contenimento della pandemia, le cooperative assegnano un voto insufficiente (5,88) al Governo (5 per le misure a sostegno di imprese e lavoratori), mentre promuovono la Regione Emilia-Romagna (voto medio 6,13). Giudizio più che positivo, invece (7,54), su Confcooperative Modena e Uniservizi (la cooperativa di servizi) per le attività di assistenza e supporto fornite nelle scorse settimane.

Per quanto riguarda le principali esigenze e/o richieste, le cooperative chiedono risposte più veloci dalle banche, meno burocrazia, riduzione del costo del lavoro, dispositivi di protezione individuale a costi sostenibili, circolari tecniche, webinar e altre forme di comunicazione e informazione continua. Infatti l’85% delle cooperative ha seguito tutti i momenti di informazione (e il 97% li ha ritenuti utili) promossi da Confcooperative Modena durante l’emergenza.