La Basilica di San Petronio, all’inizio del lockdown, aveva fermato l’orologio settecentesco a doppio quadrante posto all’interno della chiesa, a causa del sopravvenuto coronavirus. Nel timore che quella macchina sarebbe stata per diversi mesi sprovvista della necessaria carica e manutenzione, si doveva obbligatoriamente fermare il pendolo, e di conseguenza “congelare il Tempo” all’interno di una basilica del tutto chiusa al mondo esterno.

Auspicavamo comunque che appena la pandemia si fosse esaurita – o almeno quasi completamente arrestata – il moto del pendolo sarebbe stato riattivato, dando così pieno avviso che l’allarme era rientrato – o quasi. Ora, a distanza di quasi tre mesi, stiamo fortunatamente tornando quasi alla normalità. La Basilica accoglie amorevolmente i fedeli (sebbene ancora con la mascherina sul viso), e in occasione del Solstizio estivo di sabato 20 giugno, anche il pendolo tornerà a svolgere la sua doverosa funzione (normalmente l’evento cade il 21, ma quest’anno si anticipa di un giorno essendo bisestile).

Dice Giovanni Paltrinieri, responsabile dell’Orologio e della Meridiana: “La misura del Tempo è da sempre intimamente legata alla storia della Chiesa. Già ne parla Sant’Agostino nel XI libro de “Le Confessioni”, affermando: “io so che cosa é il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo”. Si tratta infatti di una entità non facilmente misurabile la quale, a differenza di altre, non è percepibile dai nostri sensi anche se ne misuriamo gli effetti in quanto produce un generale invecchiamento delle cose. Un motto riportato alla base di un orologio solare giustamente recita: “Tutte le Ore feriscono, l’ultima uccide”. E a proposito di vita e di morte, all’interno della Basilica di San Petronio è utile segnalare un fatto assai curioso. Nella controfacciata di questa chiesa, a un passo dal marmo che in terra indica la proiezione del Sole al 21 dicembre (il giorno più breve, che da questa data inizia ad allungarsi), è murata la bella e artistica tomba del notaio Floriano Cerioli, qui sepolto dagli eredi appena tre anni dopo la realizzazione della Meridiana, cioè nel 1658). L’iscrizione posta alla base auspica che presso questa linea che guarda a mezzogiorno egli goda il meriggio eterno. Tale monumento voluto qui dai Cerioli, sia indice e promemoria dell’ultimo tramonto il giorno della futura resurrezione come fa il Sole quando, passato il Solstizio invernale, prende il sopravvento sulle tenebre.

Oltretutto, il 20 giugno del 2020 si svolge la FESTA NAZIONALE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE. Si tratta di una serie di manifestazioni che si terranno lungo l’intera penisola dall’alba al tramonto, e saranno visibili attraverso diversi siti tra cui: https://youtu.be/u2lmImnLm0g