É arrivata (meglio tardi che mai) la bozza contenente le linee guida per la riapertura della scuola in presenza da settembre. Si parla di bozza è quindi sarà necessario un confronto con Regioni e sindacati per analizzare i vari punti.

In estrema sintesi il documento contiene le seguenti indicazioni:

arrivi scaglionati (in particolare alle superiori) con ingressi anche alle dieci e classi divise in più parti con contrazione della durata delle lezioni (45-50 minuti).

Distanziamento da mantenere tra gli studenti quindi niente banchi doppi (se restasse così molte scuole dovrebbero cambiare totalmente gli arredi).

Le Mascherine sono da tenere dai sei anni in su anche se su questo punto le Regioni si battono perché in presenza di un distanziamento tra banchi, possano essere tolte almeno in aula (si tratta ancora di una bozza).

Viene richiesta alle scuole la garanzia di un servizio mensa e la frequenza alle lezioni anche al sabato.

L’ipotesi di test sierologici a tutti i docenti (chi scrive è tra questi) appare ancora lontana ma non eliminata a causa dei costi elevati. Non essendo squadre di calcio professionistiche le scuole faticherebbero a fare fronte con le proprie (poche) finanze.  Quattro test alla settimana come per Ronaldo e i suoi colleghi magari no, ma su questo punto mi auguro non si abbandoni l’idea.

Maggiore autonomia per gli istituti nel gestire gli spazi con la possibilità di sfruttare aree esterne.

Accordi con le amministrazioni per includere parchi, teatri, musei, cinema e biblioteche nelle possibilità di una scuola di uscire all’esterno della propria struttura per forme alternative di didattica.

In conclusione un invito contrario a quello indicato in un mio post su Facebook il 9 giugno scorso, non disinstallate classoroom, zoom, weschool e le altre mezze dozzine di app per la didattica a distanza. Si prevede di utilizzarla ancora sia come integrazione a quella in presenza sia come eventuale «piano b» in caso di nuovo lockdown.

(Claudio Corrado)