Resta molto alta la quota di piccole imprese che hanno chiesto di accedere agli ammortizzatori sociali a maggio: il 57,8% delle imprese analizzate dal campione Lapam quasi 6 su 10, comunque in calo del 18,6% rispetto ad aprile. L’approfondita indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, su un campione di 3.665 imprese di Modena e Reggio Emilia e 30 mila dipendenti, va però molto oltre questo numero assoluto di 2.118 imprese che hanno fatto richiesta di ammortizzatori in maggio.

La dimensione media delle imprese del campione che hanno presentato domanda nel mese di maggio è di 8 dipendenti. Il campione è infatti composto per il 65,9% da imprese fino a 5 dipendenti, per il 17% da imprese con 6-10 dipendenti, per il 10% da imprese con 11-20 dipendenti, per il 5,1% da imprese con 21-50 dipendenti e per il 2,1% da imprese con oltre 50 dipendenti. Le imprese fino a 5 dipendenti nel mese di maggio hanno richiesto gli ammortizzatori per il 79,1% dei propri dipendenti e per coprire il 46,1% delle ore lavorabili del mese, le imprese da 6 a 10 dipendenti a maggio hanno utilizzato gli ammortizzatori per il 66,8% dei propri dipendenti e il 32,7% delle ore, le imprese da 11 a 20 dipendenti hanno utilizzato gli ammortizzatori per il 57,7% dei propri dipendenti e il 25,6% delle ore, le imprese da 21 a 50 dipendenti hanno utilizzato gli ammortizzatori per il 54,3% dei propri dipendenti e il 21,2% delle ore e le imprese con oltre 50 dipendenti hanno utilizzato gli ammortizzatori per il 51,5% dei propri dipendenti e il 19,3% delle ore.

A maggio il 55% dei dipendenti per cui è stato richiesto l’uso di ammortizzatori sociali è rappresentato da operai, il 36,2% sono impiegati e l’8,8% apprendisti. Nel dettaglio, per i 6.840 operai che usufruiscono di ammortizzatori sociali è stata richiesta nel 51,7% dei casi la cassa integrazione ordinaria, per il 35,7% la Fis/Fsba e per il 12,6% la cassa in deroga. Dei 4.502 impiegati rilevati il 46,8% rientra nella cassa ordinaria, il 37,1% in Fis/Fsba e il 16,1% in cassa in deroga. Infine per i 1.097 apprendisti è stata richiesta nel 50,1% dei casi la Fius/Fsba, per il 34,9% la cassa ordinaria e per il 14,9% quella in deroga.

Venendo al territorio e considerato un campione di micro imprese fino a 10 dipendenti nei comuni più rappresentativi del campione, al primo posto per il più elevato tasso di utilizzo di strumenti di ammortizzazione si trova Concordia, di cui beneficiano il 55,3% dei dipendenti che lavorano in imprese situate nel comune, Seguono Finale e Fiorano Nonantola con il 54,4% dei dipendenti, Carpi con il 52% dei dipendenti. In rapporto alle ore lavorate, gli ammortizzatori hanno più incidenza a Bomporto (31,6% delle ore), Maranello (29,8%), Medolla (28,5%), Carpi (27,7%), Castelnuovo (26,9%) e Modena (26,4%).

Tra i principali macrosettori ha fatto un maggior uso di ammortizzatori sociali per il mese di maggio i Servizi alle persone (47,7% dei dipendenti e 27,7% delle ore lavorabili), il Manifatturiero (43,8% dei dipendenti e 16,1% delle ore), seguono i Servizi alle imprese (32,3% dei dipendenti e 15,8% delle ore) e le Costruzioni (30,5% dei dipendenti e 11,3% delle ore).

“E’ davvero preoccupante – dichiara il Segretario Generale Lapam Confartigianato Carlo Alberto Rossi – in una situazione così grave come dimostrano i nostri dati, il ritardo nel trasferimento delle risorse stanziate dal Decreto Rilancio per le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti delle imprese artigiane. Dal 19 maggio è trascorso più di un mese e le prime risorse (ancora molto parziali) stanno cominciando ad arrivare solo ora al Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato che è pronto a erogarli ai lavoratori in sospensione dal lavoro per Covid-19”. Il Segretario Lapam sollecita al Governo risposte: “I ministri del Lavoro e dell’Economia devono essere più solleciti nel trasferimento di somme già stanziate. Gli imprenditori artigiani non sapevano più che risposte dare ai loro collaboratori, i soldi per il pagamento delle prestazioni, sono diventati disponibili soltanto da oggi, venerdì 26 giugno, dopo 37 giorni di attesa, ma questo trasferimento è ancora troppo esiguo: ad oggi sono stati trasferiti solo una piccola parte rispetto 30 milioni necessari a coprire il solo mese di aprile. E’ questa è la capacità di risposta all’emergenza? Abbiamo un problema davvero serio di cattiva burocrazia”.