Gentile Direttore,

il virus ci ha reso ancor più sensibili al rispetto verso i morti, non solo i nostri congiunti ma tutti i morti in generale, parametro su cui secondo gli antropologi si misura l’umanità e la civiltà.

Non avendo potuto rivolgermi direttamente al Sindaco nel corso della sua venuta a San Michele per problemi personali, uso le vie brevi e chiedo spazio sul suo giornale nella speranza che legga.

Già mesi prima del decreto di chiusura dei cimiteri per il virus, la Cappella mortuaria del Cimitero storico di San Michele è stata chiusa, non sappiamo la ragione poiché nessuno ne ha dato conto, e nessun parente è più potuto entrarvi a posare fiori e lumi sull’Ossuario che è all’interno e in cui sono posti molti morti esumati in passato.

La Cappella, consacrata quando fu realizzato a metà Ottocento il Cimitero, è sempre stata curata dalla pietà degli abitanti, persino restaurata a spese private, abbellita di piante e di un altare e qualche quadro. Anche questa cura quasi giornaliera di innaffiatura, pulizia e decoro è cessata.

Terminato il pericolo ci saremmo attesi la riapertura, per poter pulire e riordinare poiché il luogo sacro non è un semplice deposito di attrezzi, ed è visitato da singoli, senza problemi di assembramento. Avevamo intenzione di chiedere all’Amministrazione comunale un’illuminazione a tempo dell’interno e altri piccoli interventi manutentivi ai muri di sasso della parte antica del Cimitero e della Cappella, messi in pericolo dai rampicanti infestanti dall’esterno, ma la chiusura protratta e la mancanza di chiarezza in merito lo ha impedito.

I parenti lasciano i lumi e i fiori sui gradini esterni della Cappella.

Nelle settimane scorse abbiamo assistito all’ordinaria, ma molto ampia per numero delle tombe interessate, esumazione di defunti le cui lapidi sono state addossate dagli operatori sui gradini della parte nuova. Fin qui nulla di strano.

Voci di paese riferiscono però che la Cappella non sarà riaperta ancora per molti mesi o forse mai più poiché in essa sono stati “appoggiati” i resti ossei dei defunti che i familiari, o perché non reperibili o per altre motivazioni, non reclamano. Perciò ora la Cappella sarebbe un deposito di sacchi di plastica con i resti individuali di questi defunti, in attesa che i parenti ne decidano il destino.

Sorvolando sulla modalità dell’operazione e della risoluzione del problema, chiedo all’Amministrazione Comunale quanto tempo ci vorrà ancora perché i cittadini di San Michele possano fruire, come da tradizione centenaria, della Cappella onorando i loro morti o se la chiusura sarà per sempre, ed essa diverrà il deposito permanente dei resti ossei del Cimitero. Allora sarebbe bene rivolgere un comunicato da affiggere in modo che tutti ne siano a conoscenza e ne prendano atto.

Ringrazia dello spazio messo a disposizione.

MARIA ANTONIA  BERTONI