Momenti difficili anche per la categoria degli agenti di commercio. Davide Govi, Presidente Provinciale di Fnaarc-Confcommercio, il principale sindacato nazionale degli Agenti e dei Rappresentanti di Commercio e candidato della coalizione Enasarco del futuro, manifesta tutta la sua preoccupazioni per il destino della categoria.

«Purtroppo la situazione continua ad essere confusa e difficile per noi agenti di commercio – dichiara Govi – e gli effetti della pandemia aggravano anche il compiere la nostra attività: visitare i clienti è diventato difficile e comunque ci espone a rischi di contagio molto elevati. A differenza dei colleghi inquadrati come venditori dipendenti, noi non abbiamo nessun ammortizzatore sociale e pochi aiuti anche dallo Stato».

«Seicento euro, per giunta da tassare, – precisa Govi – non sono certo sufficienti a mantenere in attività nessun collega ed anche il contributo a fondo perduto è diventato irraggiungibile per noi Agenti a causa dell’impossibilità di dimostrare il calo del fatturato visto il differimento del pagamento delle provvigioni a cui siamo sottoposti. I veri problemi di mancanza di fatturato li avremo tra settembre ed ottobre ed al momento non ci sono luci all’orizzonte».

«Il nostro presidente Nazionale Alberto Petranzan – puntualizza Govi – ha scritto al ministro Catalfo per sollecitare l’autorizzazione all’erogazione dell’anticipo Firr (Fondo di Indennità Fine Rapporto) agli iscritti Enasarco, pari a 450 milioni di euro: siamo stati tra i professionisti più colpiti dall’emergenza Covid 19 rimettendoci in prima persona ed è necessario che questa misura di supporto, peraltro costituita da nostre risorse, venga messa a disposizione immediatamente per far fronte al calo del fatturato».

C’è poi da considerare come la crisi della categoria impatti anche su una serie di ambiti: dall’acquisto di benzina, alla manutenzione delle auto varie, all’utilizzo di ristoranti, bar e alberghi, il fermo sugli agenti sta producendo danni a tanti altri imprenditori.

«Nella gravità del momento – conclude amaramente Govi – la nostra categoria è stata ferocemente impattata dall’emergenza Covid-19 e dimenticata dalla politica: per il blocco forzato nel periodo del lockdown, per la contrazione dei consumi e per la loro migrazione verso il commercio elettronico, per l’impossibilità di ricorrere alla cassa integrazione».