L’assessore all’Istruzione, Luca Busani, scrive alle famiglie dei giovani alunni fioranesi:

“In un racconto di Dino Buzzati, intitolato “Sette Piani”, un uomo apparentemente sano, passa di reparto in reparto all’interno di un ospedale specializzato nella cura di una misteriosa malattia e, per una serie di vicissitudini e casualità, alla fine si ritrova nel reparto dei malati più gravi, quasi senza rendersene conto.

Il quesito che vogliamo porre a tutti, in questo momento, è proprio lo stesso della surreale storia di Buzzati: siamo davvero consapevoli di tutto quello che abbiamo attraversato e del rischio reale rappresentato dal virus Covid-19? E, sostituendo al protagonista del racconto la società italiana, siamo altrettanto consapevoli della posizione che occupa in questa pericolosa graduatoria?

Le risposte sono tutt’altro che banali, e impongono riflessioni delicate e profonde, proprio come ci impone la ripresa delle scuole. Non dobbiamo dimenticare che lo stato di emergenza, con tutte le relative misure di contenimento del contagio, sono state da poco prorogate fino al mese di ottobre, e ancora non sappiamo come evolverà la situazione sanitaria nelle prossime settimane.

Rappresenta quindi un grandissimo traguardo e, al tempo stesso, un’immensa responsabilità, riaprire “in presenza” tutte le scuole fioranesi di ogni ordine e grado. Fin dalla chiusura del precedente anno scolastico, gli attori coinvolti – dagli uffici comunali competenti agli istituti comprensivi e le imprese appaltatrici – hanno lavorato alacremente per preparare spazi e servizi nel migliore dei modi possibili.

Ci teniamo a ricordare che non si riparte da zero, perché negli ultimi mesi sono già stati messi in piedi con successo i centri estivi, mentre da diversi giorni sono stati avviati i corsi di recupero all’interno delle scuole secondarie: piccoli ma importanti passi, che hanno permesso di mettere alla prova pratiche e protocolli tali da garantire la massima sicurezza alla riapertura.

Sarà invece sicuramente un vero nuovo inizio per la cosiddetta didattica 2.0. Per la prima volta nelle scuole italiane, gli insegnanti e le classi dovranno essere pronti a utilizzare, spiegare, discutere e verificare qualsiasi contenuto attraverso i più innovativi canali digitali: quella che nella prima metà dell’anno rappresentava la scialuppa di salvataggio della pedagogia contemporanea, ha ora l’opportunità – più unica che rara – d’integrarsi in modo armonioso e coerente con i metodi d’insegnamento tradizionali.

Ed è proprio la parola “opportunità” che, insieme a “responsabilità”, deve diventare il filo conduttore dell’offerta e dei servizi educativo-scolastici. Le nuove regole sono innumerevoli, così come i cambiamenti, ma siamo certi che molti di questi ci permetteranno di migliorare, a patto che saranno osservate da tutti noi, e magari, quando l’emergenza sarà superata, diventeranno sistematici, contribuendo ad un progresso collettivo.

D’altra parte, come diceva il capo-infermiere nel racconto di Buzzati, si tratta di “una sistemazione assolutamente provvisoria”, e in questo momento la scuola viene prima di tutto. E prima di tutto, tutti a scuola!”