Sono iniziati nella mattinata di oggi, lunedì 14 settembre, i lavori di installazione dell’impianto illuminotecnico per la valorizzazione notturna del Canale di Reno nel tratto fra le vie Malcontenti e Oberdan. L’intervento sfrutterà la mancanza di acqua, in questo momento di secca del canale, e dovrebbe concludersi entro novembre. Sarà realizzato anche grazie ai contributi raccolti in alcuni eventi, come Notte blu ed Effetto blu, organizzati lo scorso anno da Canali di Bologna.

“L’avvio dei lavori che porteranno all’illuminazione del Canale di Reno è una bella notizia per la città – dichiarano la vicesindaca con delega a urbanistica e ambiente, Valentina Orioli, e l’assessore a cultura, turismo e patrimonio della città, Matteo Lepore -. Quel tratto di canale sarà visibile a breve, anche dopo il tramonto, in particolare dalla finestra di via Piella, meta ormai immancabile per chi visita la città e segnalata in tutte le principali guide. Ringraziamo ‘Canali di Bologna’ per avere deciso di valorizzare quello che è uno dei simboli di Bologna e del patrimonio storico-idraulico”.
Tenuto conto dell’importanza storica del sito, il progetto illuminotecnico intende valorizzare e sottolineare la presenza dell’acqua senza ricorrere a forzature ed enfatizzazioni. Sarà un intervento non invasivo, quasi pittorico, a bassa intensità di luce, che si avvarrà fondamentalmente del potere riflettente dell’acqua, creando un lieve riflesso e movimento di ombre sulla parte bassa delle facciate prospicienti, in corrispondenza dei vani cantina. I sottarchi dei tre ponti (su via Malcontenti, via Piella e via Oberdan), illuminati con profili a led sopra il pelo dell’acqua, raddoppieranno riflettendosi sulla superficie del canale. Nell’area del vecchio “Guazzatoio” saranno posizionati, in prossimità della facciata prospiciente l’affaccio Malcontenti, tre apparecchi illuminanti che ricorderanno le fiaccole con le quali un tempo si faceva luce sul canale. Inoltre, per evocare un passato caratterizzato dalla presenza delle lavandaie e dell’attività molitoria, saranno proiettate immagini temporanee che interagiranno con lo spettatore, con l’obiettivo di condurre I’occhio del visitatore serale su alcuni punti focali in grado di raccontare la storia di questo luogo. Il progetto d’illuminazione artificiale site specific è curato dall’architetto Giordana Arcesilai.

Quando i canali erano scoperti
Le strade corrispondenti alle attuali vie della Grada, Riva di Reno, Capo di Lucca, Castiglione e Rialto fiancheggiavano i canali scoperti di Reno e di Savena. In questi spazi le attività della comune vita quotidiana convivevano con le attività lavorative. Fino ai primi decenni del XX secolo in questi canali molti attingevano acqua, lavavano i panni e gli animali, nuotavano incuranti delle ripetute proibizioni delle autorità. Già all’inizio del ‘900, ma soprattutto nel dopoguerra, furono coperti i tratti cittadini del canale di Reno ancora corrente, a cielo aperto, lungo le vie della Grada e Riva di Reno. Vennero risparmiati solo due brevissimi tratti, uno posto fra le vie Augusto Righi e Bertiera, l’altro fra le vie Alessandrini e Capo di Lucca, rimasti unici testimoni di un paesaggio urbano scomparso. Grazie alla riapertura, realizzata nel 1998, degli affacci delle vie de’ Malcontenti e Piella, seguita da quella di via Oberdan, il tratto fra le vie Augusto Righi e Bertiera è stato rivalutato e oggi la riqualificazione continua grazie a questo progetto.