Ci sono anche le famiglie di Filomena Cataldi e Maria Luisa Silvestri tra i sette nuovi casi segnalati dai sindaci di Comuni del bolognese, ferrarese e parmense e accolti dalla Fondazione regionale vittime di reato, l’organismo, unico in Italia, attivo in Emilia-Romagna proprio per sostenere in modo concreto le persone che subiscono reati gravi e i loro familiari.

Nell’agosto di due anni fa, a Torrile, nel parmense, Filomena Cataldi venne colpita a morte da un vicino di casa con problemi psichici gravi; e a Ferrara, lo scorso novembre, Maria Luisa Silvestri fu uccisa dal nipote tossicodipendente. In entrambe le situazioni, l’intervento della Fondazione emiliano-romagnola consiste in un sostegno economico per aiutare le famiglie delle vittime a superare le conseguenze della violenza.

Gli altri casi, accolti nel corso dell’ultima riunione del Comitato dei Garanti della Fondazione, riguardano una violenza sessuale e due gravi maltrattamenti in famiglia:complessivamente, sono quindisette le vittime di reato – di cui cinque donne, un uomo e un minorenne – che saranno sostenuti per 26mila euro in totale.

“L’attività della Fondazione è proseguita anche nei mesi della pandemia- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- per continuare a dare un segnale forte e di vicinanza concreta delle istituzioni verso chi subisce un reato grave. Non vogliamo lasciare soli i cittadini di fronte a drammi che lasciano spesso vuoti incolmabili, a maggior ragione in questo periodo così duro. Va quindi sottolineato il lavoro della Fondazione: insieme ai sindaci, che dai territori inviano le loro istanze d’aiuto, continua davvero a fare un lavoro prezioso”.

“La pandemia ha diminuito il numero dei reati e in parte rallentato il lavoro dei servizi- commenta il presidente della Fondazione, Carlo Lucarelli- e questo ha avuto un riflesso anche nel calo delle istanze ricevute in questi mesi rispetto alle 42 richieste di aiuto accolte nel 2019. La nostra Fondazione prosegue comunque il suo intervento ed è sempre in prima linea, pronta a valutare le istanze dei sindaci e a sostenere le vittime di gravi reati dolosi e i loro familiari, con la disponibilità, l’attenzione e la concretezza che dal 2004 contraddistinguono la nostra attività”.

Per quanto riguarda i due reati dimaltrattamenti in famiglia sono riferiti ad episodi avvenuti all’interno della coppia, anche in presenza dei figli, uno dei quali minorenne. Le vittimesono due donne, che hanno chiesto aiuto per uscire da relazioni segnate da gravi violenze fisiche, minacce di morte, estorsioni, violenze sessuali. Al primo supporto fornito dai Centri antiviolenza regionali si aggiunge ora anche quello della Fondazione, finalizzato a sostenere le vittime nel percorso di autonomia.

Infine, la Fondazione ha accolto l’istanza di un sindaco del bolognese per una giovane donna vittima di violenza sessuale. L’autore del reato è già stato condannato, tuttavia la violenza ha lasciato il segno nella vita della ragazza che, grazie agli aiuti, potrà affrontare un percorso di psicoterapia.

 

Nel 2020 aiutate finora 32 persone

Da gennaio 2020 ad oggi salgono a 20 le istanze accolte e 32 il numero delle vittime sostenute – di cui 19 donne, 1 uomo e 12 minorenni -, con risorse economiche per oltre 100mila euro.

Si tratta di un dato annuale ancora provvisorio, si prevede infatti un’ultima convocazione del Comitato della Fondazione entro la fine del mese di dicembre.

Per il 2020 la Fondazione può contare su un budget di circa 240 mila euro, di cui 150 mila euro, la quota maggiore, messa a disposizione dalla Regione.

I casi da valutare vengono segnalati all’organismo regionale dai sindaci e gli aiuti sono assegnati direttamente alle persone offese, ai loro familiari o, per i minorenni, al tutore legale

La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati è sostenuta dai versamenti dei soci e dalle donazioni dei singoli cittadini, ad esempio destinando all’ente il 5×1000 della propria dichiarazione dei redditi, indicando nell’apposito riquadro il codice fiscale della Fondazione, 02490441207.