Foto di Tumisu da Pixabay

Le ha afferrato la testa da dietro sbattendola contro il muro per poi prenderla a pugni. Motivo di tale violenza contro la moglie? Non era riuscita ad impastare il pane, essendosi procurata un taglio ad un dito che le causava dolore. Per questi gravi  fatti, ultimi di una serie di condotte maltrattanti, i carabinieri della stazione di Fabbrico nel pomeriggio di ieri hanno arrestato un operaio 30enne chiamato a rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia aggravati poiché compiuti davanti ai figli minore e lesioni personali. La moglie, una 36enne peraltro in stato interessante, è stata ricoverata in ospedale con una prognosi di 25 giorni per le lesioni riportate a seguito dell’ultimo pestaggio subito.

L’origine dei fatti ieri poco prima delle 16.30 quando la donna, in compagnia del figlio minore, suonava alla caserma dei carabinieri di Fabbrico chiedendo aiuto in quanto picchiata dal marito. Alla luce dei segni di lesioni rilevati anche nel volto, la donna veniva fatta soccorrere dai sanitari inviati dal 118 e condotta in ospedale. Nel frattempo i militari provvedevano a fermare il marito che si era presentato davanti alla caserma. Al riguardo gli accertamenti condotti dai carabinieri consentivano di accertare che l’uomo aveva aggredito, in presenza del figlio minore, la moglie afferrandole la testa da dietro e sbattendola con forza contro il muro per poi colpirla con pugni, in quanto “colpevole” di non avergli preparato il pane.

Questo sarebbe solo l’ultimo episodio di una serie di condotte maltrattanti, in quanto le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce una situazione a dir poco devastante. Negli ultimi anni era stata picchiata in analogo modo violento altre due volte, anche quando era incinta di altro figlio. Secondo le dichiarazioni della donna, essere presa a schiaffi e sbattuta fuori di casa era oramai divenuta una cosa “normale”. Violenze a cui l’uomo ha unito il disinteresse per la famiglia limitandosi a pagare le utenze domestiche. Sovente per mangiare la donna era costretta a ricorrere agli aiuti della Caritas. Alla luce del quadro emerso e considerato anche la prognosi e il ricovero della donna in occasione dell’ultimo episodio di violenze, l’uomo è stato tratto in arresto e ristretto, al termine delle formalità di rito, a disposizione della Procura reggiana.