Sempre alto l’impegno profuso dalla Polizia di Stato nella tutela contro la violenza di genere che, purtroppo, continua a costituire un fenomeno criminoso che ancora oggi segna la vita di molte donne. Spesso capita che la violenza di genere non si traduca soltanto in un abuso fisico ma si declini in molteplici comportamenti che ledono la libertà e la serenità delle vittime.

In ogni intervento di questa natura l’operatore di Polizia ha come priorità la tutela e la salvaguardia della vittima, valorizzando l’attività di ascolto e fornendo alla stessa tutto il supporto necessario per metterla in condizione di denunciare quanto sofferto. L’evoluzione normativa in materia ha via via implementato il sistema di tutela, dall’introduzione del reato di stalking (2009) al più recente intervento legislativo (l n.69 del 2019) che ha disciplinato il c.d. “Codice Rosso”, attribuendo alle Forze di Polizia validi strumenti per salvaguardare chi subisce tali abusi, come la misura di prevenzione dell’ammonimento, con cui lo stalker viene redarguito dalla Pubblica Autorità e viene avvisato che in caso di inottemperanza potrà essere perseguito penalmente.

La Questura di Bologna esprime costante e massima attenzione rispetto a tale tematica, sia sotto il profilo preventivo, con l’adozione di protocolli operativi volti a tutelare le vittime di violenza in ambito domestico, sia effettuando un costante monitoraggio del fenomeno e delle sue innumerevoli manifestazioni.

Solo nell’anno in corso la locale Divisione Anticrimine, registrando un leggero incremento rispetto al passato, ha emesso oltre 70 ammonimenti, a fronte dei 62 adottati nell’anno 2019. A tali provvedimenti si aggiungono gli avvisi orali rivolti ai soggetti responsabili di stalking o di maltrattamenti in famiglia, nell’ordine di 6 nel corso di quest’anno, oltre alle misure cautelari che vengono eseguite.

A tale riguardo risale proprio a pochi giorni fa l’esecuzione di un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento e comunicazione con la parte offesa, emessa dal Tribunale di Bologna nei confronti di un giovane che, già ammonito, non accettando la fine della relazione con la ex fidanzata aveva iniziato a perseguitarla sia con telefonate che avvalendosi dei socialnetwork, in particolare “Instagram”, con cui continuava a controllare le attività della ragazza e dei suoi contatti.

Nel territorio di Bologna è stata, inoltre, prevista l’applicazione del braccialetto elettronico, un dispositivo che consente di monitorare tutti gli spostamenti e che, nel caso in cui il soggetto si avvicini a meno di 500 metri dalla vittima, determina l’attivazione di un alert direttamente all’interno dei sistemi gestiti dalla Sala Operativa della Questura, a cui segue l’immediato controllo da parte degli organi di Polizia. Il caso specifico riguarda un soggetto Eritreo del 1971 che è stato sottoposto a tale misura il 24 dicembre 2019 in relazione a fatti inerenti violenze perpetrate in ambito familiare.

In data odierna, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, alla presenza del Questore e del Vicario del Prefetto di Bologna, l’Associazione Soroptimist ha apposto una targa dinanzi al portone di accesso alla sala d’ascolto, ricordando l’importante funzione e valore dello spazio realizzato nell’ambito della Questura e finalizzato alla tutela e all’ascolto delle fasce deboli da parte delle Forze di Polizia e dell’Autorità Giudiziaria. La predetta sala, attiva dal 2014, finalizzata all’audizione di minori, donne vittime di violenza e altre persone vulnerabili, ospita oltre 100 colloqui l’anno.