Il Comune di Modena rinnova per tre anni la convenzione con l’Istituto storico proprio mentre sono in corso i lavori nel comparto ex Fonderie per riqualificare la palazzina che diventerà la sede dell’organismo con uffici, biblioteca e archivio, sale didattica e uno spazio per organizzare conferenze. La delibera della convenzione è stata approvata dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 3 dicembre. Il provvedimento è stato presentato dall’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi ed è stato approvato con il voto favorevole di Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Verdi e Movimento 5 stelle; l’astensione di Lega e Forza Italia e il voto contrario di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia.

La convenzione per il sostegno all’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Modena e provincia prevede, come la precedente, un impegno economico a carico dell’Amministrazione di 36mila euro ogni anno e avviene nell’ambito della legge regionale 3 del 3 marzo 2016, “Memoria del Novecento – Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento in Emilia-Romagna”. La legge riconosce il ruolo e l’attività svolta dagli istituti storici in regione nel rilevare la memoria dei fatti avvenuti nel territorio regionale, determinanti per l’assetto e lo sviluppo democratico della Repubblica Italiana, che hanno segnato la storia nazionale e locale nel corso del Novecento.
Nella presentazione del documento, l’assessore ha ricordato come l’Istituto, che il 18 novembre scorso ha festeggiato i suoi 70 anni, abbia sempre avuto col Comune di Modena un legame che, con il rinnovo della convenzione, viene consolidato nell’interesse condiviso di tutela, valorizzazione e divulgazione della memoria storica del ‘900 e dei valori espressi nella Costituzione, per fornire ai cittadini strumenti critici utili a interpretare la complessità della società attuale.

“L’Istituto – ha sottolineato Bortolamasi – è il luogo dove memorie individuali e collettive si confrontano con la storia e diventano fonti di conoscenza. Quest’anno ha lavorato molto sulle piattaforme on line e sulla digitalizzazione, come tutti gli Istituti culturali, che nel tempo del Covid hanno cercato così di ritrovare il contatto col pubblico; ma streaming e digitale non sostituiscono completamente incontri e relazioni dal vivo, che riprenderanno appena la situazione migliorerà”.

Tra i punti previsti in convenzione c’è l’attività di conservazione e manutenzione del patrimonio documentale dell’Istituto riconosciuto di notevole interesse dalla Soprintendenza archivistica della Regione, che viene messo a disposizione del pubblico e degli studiosi dall’Istituto con continuità.
Nell’atto, inoltre, si ribadisce anche l’impegno reciproco al futuro trasferimento dell’Istituto, nella nuova sede alle ex Fonderie, dove sono in corso i lavori di ristrutturazione nell’ambito del progetto di rigenerazione delle periferie urbane.
L’Istituto storico di Modena, oggi presieduto da Daniela Lanzotti, è un’associazione di promozione sociale con la partecipazione di enti pubblici, convenzionata con 36 Comuni e l’amministrazione provinciale. Fa parte della rete nazionale degli istituti storici che, in convenzione con il Ministero dell’istruzione, sono impegnati nella progettazione e realizzazione di attività per la promozione della cittadinanza attiva, attraverso la conoscenza e la valorizzazione delle memorie del ‘900, in scuole di ogni ordine e grado. Tra le attività che svolge, anche in collaborazione con altri enti di ricerca e istituzioni culturali, ci sono quella didattica; quella di ricerca con la progettazione e realizzazione di ricerche storiche su aspetti significativi della storia contemporanea della provincia di Modena; quella di documentazione, con la gestione di importanti fondi archivistici e di una biblioteca, aderente alla rete provinciale, specializzata di storia contemporanea e storia locale; quella, infine, di divulgazione, con la promozione di manifestazioni, iniziative pubbliche, esposizioni, pubblicazioni anche periodiche, con attenzione alla sperimentazione di metodologie di comunicazione innovative. Inoltre, l’Istituto storico collabora alla promozione di luoghi di memoria relativi alla storia del Novecento e a progettazione, coordinamento e realizzazione di programmi culturali delle Amministrazioni Pubbliche per le diverse ricorrenze e celebrazioni di pertinenza storica (Calendario della memoria).

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Nel dibattito che ha preceduto l’approvazione della delibera che rinnova per tre anni la convenzione con l’Istituto storico di Modena, è intervenuta Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) affermando che l’Istituto per la storia della Resistenza “non può prescindere dalla memoria e dalle aspettative per le quali è stato creato: parlare della Resistenza. Liberiamolo, quindi, dal vincolo di fare studi che non sono radicati nella sua ispirazione e, al tempo stesso, finanziamo anche altri istituti di ricerca, che partono da esperienze diverse e raccontano l’altra metà della storia. In questo modo arricchiamo il pluralismo”.

Antonio Baldini (Lega Modena) ha riconosciuto che l’Istituto storico “ha, oggi, una ricca biblioteca che conserva anche pubblicazioni legate alla destra”, affermando però che “nella sua attività coltiva la memoria dell’esperienza resistenziale e lo fa facendo propaganda culturale. Spero – ha proseguito – che prosegua nel suo percorso di emancipazione dal resistenzialismo e che i contributi che riceve siano usati per la tutela del patrimonio documentale che custodisce e per fare storia e non memoria”.

Enrica Manenti (Movimento 5 stelle), dopo aver ricordato, apprezzandola, “l’evoluzione da Istituto della Resistenza a qualcosa di più ampio che riguarda tutta la storia del Novecento”, ha affermato che sarebbe utile “ampliare il lavoro sugli archivi del Novecento” e che il Comune potrebbe farsi parte attiva “per tutelare gli archivi di presone, aziende e associazioni, importanti per ricostruire la memoria di un secolo complesso”.

Aprendo gli interventi per il Pd, Stefano Manicardi ha messo in evidenza l’importanza dell’attività dell’istituto per la formazione, anche quella scolastica (“Avere la fortuna di approfondire temi di storia locale aiuta a divenire cittadini più consapevoli”) e il valore del lavoro svolto in rete con altri istituti che “permette di ricostruire la storia della nostra città e di riconsegnarla a chi desidera studiarla”.

Federica Venturelli ha sottolineato che il rinnovo della convenzione coincide con l’inizio dei lavori alle ex Fonderie che diventeranno sede dell’Istituto: “Lo portiamo in un luogo periferico e particolarmente significativo per la storia della nostra città e diamo il segnale che la cultura deve ripartire da qui”. E Alberto Cirelli ha aggiunto che “un Istituto che fa ricerca sul dramma più grande vissuto dal nostro Paese è prezioso. Non significa che sia perfetto, nella storiografia della Resistenza sono stati fatti degli errori, ma approfondirla significa rappresentare alle generazioni future la storia di cui tutti siamo figli”.

In dichiarazione di voto, il capogruppo Antonio Carpentieri ha affermato che “è necessario andare oltre il nominalismo: chi fa ricerca intellettualmente onesta, merita il finanziamento pubblico”.