La Guardia di Finanza di Modena, avvalendosi dei poteri di polizia valutaria attribuiti al Corpo, ha concluso un’ispezione antiriciclaggio nei confronti di un money transfer modenese, contestando numerose violazioni di natura amministrativa alla normativa di settore, con particolare riferimento al divieto di trasferimento di somme pari o superiori a 1.000 euro.

Le meticolose ricostruzioni dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno interessato un arco temporale di 4 anni ed hanno consentito di accertare centinaia di rimesse di denaro per un importo complessivo di circa un milione di euro disposte dall’agente controllato facendo ricorso al cosiddetto “smurfing”, l’artificioso frazionamento delle disposizioni di invio denaro per importi sotto la soglia consentita dalla normativa antiriciclaggio, operando contestualmente su più piattaforme elettroniche di trasferimento, così da aggirare i blocchi automatici previsti dalle policy di sicurezza dei diversi istituti di pagamento.

In sostanza, gli avventori dell’agenzia hanno potuto effettuare operazioni di trasferimento di fondi regolari e ripetuti nel tempo, in più giorni tra loro vicini o anche nel medesimo giorno a distanza di pochi minuti, eludendo i divieti normativi e con la fattiva partecipazione delle agenzie money transfer, il cui contributo in termini di “collaborazione attiva” al dispositivo di prevenzione antiriciclaggio è risultato minimale o quasi nullo.
Al titolare dell’agenzia di money transfer è stata quindi contestata la violazione dell’art. 49 del Decreto Legislativo n. 231/2007 e rischia una sanzione amministrativa che sarà irrogata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – opportunamente interessato – che potrà raggiungere anche cifre a 5 zeri.

L’operazione descritta si inserisce nella quotidiana attività della Guardia di Finanza a contrasto degli illeciti perpetrati con il ricorso fraudolento al sistema finanziario, onde garantire un elevato livello di vigilanza sul territorio, anche di tipo preventivo, ben consapevoli dei numerosi profili di criticità connessi al rischio del possibile utilizzo del circuito dei money transfer per finalità di riciclaggio di proventi illeciti e di finanziamento al terrorismo. Il fine ultimo è quello della tutela della collettività, promuovendo nel contempo un’adeguata educazione finanziaria, l’economia legale e il sano funzionamento del tessuto produttivo, quale unico volano dell’economia del Paese, soprattutto in questo momento di particolare crisi socio-sanitaria.